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Verdi: Su Colle Reciso servono maggiori garanzie per l'ambiente

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 14 gennaio 2005

Che il quotidiano di carta più diffuso all'Elba intitoli civetta e articolo di fondo di giovedì "A rischio il rinnovo della concessione per la cava Sales", merita un commento che riguarda la par condicio: perchè non si è titolato ad esempio: "Colle Reciso: una parte della maggioranza chiede maggiori garanzie per l'ambiente"? Nel primo caso, infatti, pur all'interno di un'affermazione plausibile ma allarmista (nessuno ha chiesto di bloccare la disponibilità di materiali inerti all' Elba), si parte dal punto di vista dell' azienda ; nel secondo caso si metterebbe al centro l' interesse di tutti, cioè l' ambiente. Appurato che nessuno sostiene posizioni ideologiche speculari quali "sì comunque" e "no comunque", la domanda che sta davanti agli amministratori di Portoferraio, alle forze politiche ed ai cittadini ci pare essere la seguente: come si conciliano le esigenze di garantire ad un tempo gli inerti utili ad una parte dell'economia elbana (se restano tutti in loco ...) e la maggior salvaguardia possibile per l'ambiente? Innanzitutto è evidente come vi sia stata una forte sottovalutazione da parte dell'Amm.ne Comunale del significato culturale e politico della questione: sia nel non prevedere un approfondito dibattito anche con cittadini ed associazioni ambientaliste che in un approccio che non metteva in discussione il sito delle escavazioni, (essendo gli inerti reperibili in altre zone di minor pregio ambientale e turistico). L'approccio è stato quello di limitarsi a contrattare timidamente le iniziali richieste dell'azienda, richieste che per altro non sappiamo se e come motivate da proiezioni di utilizzo legate allo sviluppo edilizio elbano.. anzi, smentite paradossalmente dalla dichiarazione che non si sarebbe consumata una buona parte dei 3,5 milioni di metri cubi concessi nei primi 20 anni: non occorre essere aquile per notare infatti l' incongruenza tra questa affermazione e l'iniziale richiesta aziendale (così come ci è stata riferita) di 4 milioni di metri cubi da coltivare nei prossimi 20 anni. Di conseguenza non si può presentare come un successo pubblico l'eventuale riduzione quantitativa e temporale ottenuta in trattativa, partendo da tetti così palesemente ingiustificati. Il vero interesse pubblico si realizzerebbe se l'Amministrazione pubblica avesse una propria idea delle cave all' Elba, del fabbisogno reale legato ai nuovi piani regolatori sulla base della nuova legge Regionale sull' urbanistica, un quadro complessivo di valutazione dello stato del territorio, un'ipotesi di riutilizzo degli inerti da demolizioni oggi dispersi per l'isola.. Non siamo in grado di averlo ora, questo quadro? Prendiamoci il tempo per acquisirlo, per fare scelte ragionate e ragionevoli: diamo un anno o due di proroga alla Sales, senza pregiudizi ma senza neppure dare per scontato che non ci sono alternative di sito o, perchè no, di aziende. Il problema è politico, non tecnico. Non ci pare sufficiente l'argomentazione che va tutto bene così poichè la legge prevede per le concessioni di cava un iter interno alle strutture burocratiche del Comune: nessuna legge vieta infatti ad una Pubblica Amministrazione di discutere in maniera approfondita e di decidere supplementi di indagine su questioni ritenute importanti. Il Comune farebbe bene ad aprire su tale questione un'istruttoria pubblica, consentendo una larga ed effetiva partecipazione della città ad una scelta così importante.


colle  reciso

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