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Mazzantini: che bello adottare un sentiero!

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 31 dicembre 2004

Caro Direttore, purtroppo non ho potuto partecipare alla riunione sulle vie del granito a San Piero di Martedì scorso. Avrei accettato volentieri l’invito dell’amico Sergio Galli, ma come sai giro in motorino e, vista l’ora e il tempo, forse sarei annegato per la pioggia o morto di freddo prima di arrivare a San Piero. Mi dispiace, anche perché avrei potuto spiegare meglio ad un altro mio caro amico (ed ex collega boscaiolo) il senso di una iniziativa, “Adotta un sentiero”, che proprio perché basata sul volontariato di Associazioni, privati ed aziende avrebbe bisogno di incoraggiamenti e non di critiche. Forse nessuno si aspettava il successo dell’iniziativa e la quantità e qualità di adesioni che stanno ancora arrivando ed è rimasto un po’ spiazzato, ma io continuo a pensare che se i cittadini, gli imprenditori, le associazioni si interessano del proprio territorio, fino ad adottarlo, è un bene per tutti, anche per il Comune di Campo nell’Elba e per il mio amico Consigliere Comunale Daniele Vai. Infatti, sono rimasto abbastanza interdetto quando ho letto questo passo della cronaca che Elbareport fa della riunione Sanpierese: “Non sono mancati neanche spunti polemici quando Daniele Vai, consigliere dell'amministrazione campese, ha osservato come "da un lato l'ente parco cerchi il volontariato per mantenere puliti i sentieri, e dall'altro destini ingenti risorse economiche alla ristrutturazione di locali che per legge dovrebbero stare dentro i confini del parco e non affacciati sui viali delle Ghiaie; ed inoltre " continua il Vai "il comune di Campo nell'Elba ha messo a disposizione del parco gli edifici che ospitavano le scuole elementari di S.Ilario, che avrebbero dovuto essere adibiti a Porta di Ingresso dell'area sud-occidentale della zona protetta, e niente è ancora stato fatto per rendere tali locali fruibili al pubblico". E’ evidente che Daniele è male informato: il Parco Nazionale non “destina risorse economiche alla ristrutturazione di locali” togliendole alla sentieristica, perché i soldi per la ristrutturazione come sede del Parco della ex caserma delle Ghiaie sono un finanziamento straordinario del Ministero dell’Ambiente che niente ha a che vedere con il normale bilancio dell’Ente Parco e la sentieristica. Sulla destinazione a sede del Parco di una parte dell’ex Caserma della Guardia di Finanza si può essere d’accordo o meno, ma è meglio stare sulle questioni reali e non inventarsi cose strane per amor di una facile polemica. In quanto alla datata questione se la sede del Parco Nazionale debba essere o meno dentro i confini del Parco, è vero che la legge 394 del 1991 dice così, ma è anche vero che il Decreto del Presidente della Repubblica del 22 luglio 1996 che istituisce il Parco dice all’articolo 2 comma 3. “Il Consiglio direttivo dell'Ente Parco dell'Arcipelago Toscano individua le sedi dell'Ente stesso, entro 60 giorni dal suo insediamento, nel territorio dei Comuni ricompresi nel perimetro del Parco”. E' evidente che, nello scrivere il DPR il legislatore ha tenuto conto che i centri abitati erano quasi tutti fuori dal Parco. Una cosa molto dibattuta dentro il Direttivo presieduto dal Professor Tanelli (che all’unanimità dava ragione al DPR) ma non condivisa dal Ministero dell’Ambiente attraverso una nota del Dottor Cosentino che chiedeva all’Ente di lasciare i troppo costosi uffici di via Guerrazzi e spostarsi dentro il perimetro del Parco. Evidentemente il Ministero ci ha ripensato ed ha dato tardivamente ragione alla tesi del Direttivo e al Decreto del Presidente della Repubblica. Mi pare una posizione di buon senso, visto anche il confine del Parco e l’indisponibilità di molte Amministrazioni Comunali a cedere immobili – peraltro quelli “disponibili” non erano utilizzabili per una sede con uffici – o l’impossibilità dell’Ente Parco a reperirli direttamente dentro l’Area Protetta. E’ strano poi che l’appunto sulla dislocazione della sede del Parco venga proprio da un Consigliere Comunale del Comune di Campo nell’Elba, visto che proprio la sua Amministrazione Comunale, con un atto formale, chiese al Parco Nazionale di costruire la sede in località la Foce, a Marina di Campo, molto al di fuori dell’Area Protetta! Ubicazione che il Direttivo non ritenne consona e soddisfacente, decisione saggia, visto che l’area è tra quelle a più forte rischio di esondazione. Per quanto riguarda la casa del Parco di Sant’Ilario, io mi ricordo di aver approvato in un lontano Direttivo del Parco un progetto che trasformava l’immobile in un centro dedicato soprattutto alle scuole, con l’indicazione – accolta dal Parco – di lasciare una sala a disposizione dell’Amministrazione Campese per usarla come seggio elettorale. Non so cosa sia successo in tutti questi anni, ma se il Parco non ottempera agli impegni presi è bene che il Comune rientri in possesso dello stabile per farci qualcosa di utile. Un saluto a Daniele.


sentieri introvabili 3 - stradello erboso

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