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Le mani russe sull'acciaieria

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 17 dicembre 2004

Così. finalmente, i russi mettono la mani su Piombino. Next Elba. Certo in maniera diversa da quanto avevano immaginato, nell’immediato dopoguerra, i più esagitati tra gli agit-prop locali nella loro speranza di poter vedere lo zio Josip e la sua armata rossa se non ad abbeverarsi nelle fontane di Piazza San Pietro almeno ad accamparsi in Piazza Bovio anche a monito per gli Elbani che insistevano a votare per la Democrazia Cristiana. Ma i tempi passano e le situazione subiscono mutamenti anche se i Piombinesi ed il loro Capetto attuale sembrano collocarsi al di fuori della Storia e del suo divenire. Dispiace comunque, a prescindere, ed è preoccupante che questi processi passino sopra la testa dei più diretti interessati, cioè i cittadini, e della loro Rappresentanza istituzionale (a cominciare, ovviamente, dal Comune di Piombino) senza che vi sia un quadro di certezze quanto agli investimenti, ai programmi (inclusi quelli del risanamento ambientale), alle garanzie per il futuro per quella che rimane la “fabbrica”di riferimento per Piombino ed il suo comprensorio. Se non vi fosse un atteggiamento spocchioso di fondo, duro a morire, invece delle battute di dubbio gusto, bisognerebbe in questo momento armarsi di umiltà, non dimenticando che la nostra zona è direttamente rappresentata nel Governo del Paese e per di più da un Ministro per le cui mani passa ogni progetto di risanamento ambientale e chiedere all’On. Matteoli di farsi carico di una immediata iniziativa con il Collega Marzano (e tutti gli altri interlocutori) in modo da attivare un tavolo permanente per monitorare ed indirizzare al meglio la complessa partita. E’ chiedere troppo? Quanto agli effetti futuri – tanto per stemperare nello scherzo problemi che sono molto seri- c’è da prevedere, sulla falsariga di quanto avvenuto in Versilia, che la “marea russa” si estenda presto anche all’Elba (sarebbe interessante verificare se – come ritengo- qualche assaggio ci sia già stato). Così –tra qualche tempo- avremo forse un nuovo elemento di discussione che interromperà (speriamo!) il noioso andazzo attuale di un generale ripiegamento della politica ormai ricondotta– tra l’arrendevole sonnolenta apatia del centro-destra- nel ridotto del Partito Egemone e delle sue correnti interne, segnate da una animosità che fa impallidire i vecchi rituali della DC.


Lucchesi Pino 1

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