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Controcopertina: Le api di Napoleone

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 14 dicembre 2004

Caro Sergio, visto che l’Elba si accinge a stringere legami con altre località napoleoniche sarebbe opportuno chiarire una cosa che riguarda la storia della bandiera elbana. Girellando in tanti siti elbani, al momento di leggere dell’arrivo di Napoleone a Portoferraio si legge quasi sempre “… donò un vessillo con le api d’oro simboleggianti l’operosità e l’ingegno…”, talvolta viene aggiunto che ciò era un riferimento specificatamente dedicato all’operosità degli elbani. La realtà non sembrerebbe poter essere questa. L’origine delle 3 api nell’araldica napoleonica è molto semplice, dal 1809 Bonaparte promulgò un editto con il quale concesse, o cercò di imporre, al gonfalone delle città di prima classe, “Bonne Ville” con oltre 10.000 abitanti, l’aggiunta di una fascia rossa con 3 api d’oro. Firenze la rifiutò ma la città di Livorno, come pure Alessandria, nelle cui vicinanze sorge Marengo, luogo di una vittoria molto cara a Napoleone, fecero sormontare il loro stemma sui gonfaloni comunali dal “capo napoleonico”. Proprio come l’attuale gonfalone del Comune di Campo nell’Elba che si è fregiato delle api con Regio decreto del 27 aprile 1897. Al Comune, in virtù del numero degli abitanti, non sarebbe stato possibile fregiarsi del “capo napoleonico” come dall’editto; a un paese come Campo sarebbe spettato soltanto un quadro azzurro con la “N” d’oro. Volendo poi andare oltre, ai confini di quello che in questo momento è un ricco filone per l’editoria e la cinematografia, si aprono scenari più affascinanti e misteriosi. Le api sin dagli egizi furono tenute in gran considerazione. Le api d’oro erano anche nel simbolo araldico della casata degli Stuart d’Inghilterra. In altre epoche, presso i re merovingi, quasi assunsero simbologie esoteriche, e non è un caso che Napoleone, nella notte del 2 dicembre 1804 per l’incoronazione a “Imperatore dei francesi” indossasse un mantello intarsiato da 300 minuscole api d’oro massiccio. Le stesse api rinvenute nella tomba del re merovingio Childerico nel 1653. Forse la storia delle api potrebbe anche sembrare “quasi una leggenda” intrecciandosi con le aspirazioni di diventare o incarnare un monarca merovingio. Napoleone comunque si interessò alla storia di questa stirpe, non solo, quasi precedendo l’autore del “Codice da Vinci” si interessò anche delle vicende dei “templari” cercando negli archivi vaticani, quando potè farlo, notizie sul processo che portò al misterioso scioglimento dell’ordine dei “Cavalieri del Tempio” e alla scomparsa dei loro tesori o presunte conoscenze imbarazzanti per l’ortodossia della Chiesa. Troppa fantasia degli autori di libri sul Santo Graal e sui Templari? Testi dove Napoleone è comunque spesso citato. E’ troppa la mia suggestione? Però l’editto di Saint Cloud del 1809 a firma di Napoleone Bonaparte dovrebbe chiarire che le api d’oro erano un emblema a cui teneva in modo particolare e che non intendeva solo utilizzare le api con il significato dell’operosità Qualcuno può fare un commento alla veridicità dell’origine della bandiera elbana, così come è solitamente riportata su depliant e siti turistici? Magari dopo gli Argonauti possiamo attingere ad altri miti e chissà che un pizzico di mistero non sia poi così lontano dal vero.


api corteo roma pace

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