Una piuttosto licenziosa filastrocca locale recita in un passo: “dalla voglia che n’avevo/ lo levavo e lo mettevo” e ci è tornata in mente in rapporto ai mutevoli destini della riduzione delle tasse che entra ed esce alla velocità della luce da una legge finanziaria sulla quale nessuno ci ha capito ancora nulla e meno che mai chi la propone, mentre le aliquote vanno su e giù come l’epidermide dell’epididimo. Siamo al paradosso: non si capisce più se è il caso di preoccuparsi per le sorti della democrazia italiana o se scompisciarsi dalle risate per le clownesche uscite di questa banda del corpo sciolto improvvidamente incaricata dagli italiani di governare. La mancanza di pudore è totale, immaginiamo per un attimo (per due sarebbe troppo) che quelli della Cassa (vuota) delle Libertà vogliano confezionare una Finanziaria che faccia davvero l’interesse degli italiani, come possono contrattare sullo stesso tavolo misure economiche e questioni da foro boario o mercato bovino? Fini agli esteri migliora il PIL? Un governatore legaiolo di una regione a Nord ci salverà da inflazione, deflazione, stagflazione? Continuando così diventeranno del tutto immuni agli attacchi della satira: pensiamo a Bondi con quel suo mellifluo dir niente emesso da una faccia da popone invernino, come mai si potrebbe farne una caricatura che risultasse più ridicola dell’originale?