Vi ringrazio per la pubblicazione dell’annuncio della riunione. Però vorrei sottolineare che la “ricetta sport” per il turismo offre vantaggi immediati. Osservo che: - In parte questo lavoro l’Elba lo sta già facendo ma non lo comunichiamo - La gara (o l’evento non competitivo es. giro in kayak di Sottocosta) richiama subito partecipanti, giornalisti e accompagnatori fidelizzandoli negli anni. - Esistono esempi di modelli di località turistiche che lavorano molto con lo sport outdoor (Livigno, Riva del Garda, Torbole… piccoli comuni come i nostri) - E' un posizionamento congruente con le caratteristiche del turista e le caratteristiche ambientali e meteo dell’isola - Esiste un ritorno stampa eccezionale attraverso la stampa specializzata in sport outdoor (oltre 3 milioni di lettori in Italia). gli sportivi tesserati come podisti sono 100.000, di cui maratoneti 40.000; i ciclisti oltre 100.000; gli arcieri sono 38.000; i subacquei e i velisti centinaia di migliaia - Se APT e Regione investissero 150.000 euro in pubblicità, conferenze stampa, ufficio stampa e PR con giornalisti sportivi, ecc… si moltiplicherebbe per 3 o 4 volte l’investimento sotto forma di articoli, classifiche, calendari, presentazioni ecc… (es. su ALP c’è un servizio di 12 pagine a colori sull’arrampicata sportiva all’Elba, e non è il primo articolo, risultato ottenuto dalla passione di numero 2 elbani che praticano il free climbing, Renato Bardi della Bardi Auto e Fabrizio di Chiessi) - Le dimensioni dell’isola consentono la presentazione di pacchetti turistici e l’uso di termini che le altre isole non possono fare. Girare l’Elba in bici, piedi, cavallo, kayak è possibile farlo in 2 o 3 tappe a seconda della disciplina. Sardegna e Sicilia sono troppo grandi; Ischia o Vulcano troppo piccole. - Il giro di un lago è meno interessante perchè il giro dell’isola è in grado di offrire bosco, valli, torrenti, laghetti, scogliera, spiaggia, montagna, mare ecc… - Un calendario di gare ed eventi coordinato e presentato come unico contenitore potrebbe trovare sponsor privati che vedrebbero un ottimo modo di contattare 3 milioni di sportivi italiani attraverso la stampa di settore (per una casa automobilistica o un’azienda di bibite, abbigliamento, merendine, gelati o pasta investire 50.000 euro in un’iniziativa del genere è un affare, con lo stesso investimento possono solo fare 2/3 spot in prime time oppure 3/4 pagine su di un quotidiano nazionale). Non solo, l’Elba permette il marketing “one to one”, cioè è possibile raggiungere tutti i nostri ospiti perché raccolti in un territorio circoscritto e obbligati ad accedervi attraverso traghetto e aereo; in pratica è come se l’isola fosse un media, permettiamo di far contattare al nostro sponsor tutti i nostri 3 milioni di turisti con depliant, cartine, affisioni e materiale stampa dell’iniziativa sport outdoor. Tutto questo per 12 mesi all’anno. Se partiamo con un po’ di denaro pubblico poi potremo raccogliere investimenti di sponsor privati per un progetto dalle potenzialità infinite proprio come sono infiniti i possibili confini geografici di un’isola. Onestamente non citare un po’ di esempi svilisce un po’ il contenuto dell’ intervento pubblicato, un po’ omologato alla solita tiritera del “faremo… si potrebbe fare… governo ladro…allunghiamo la stagione ma mi si è accorciata la voglia di lavorare… io dirigo bene l’albergo ma è Onorato che sbaglia… eccetera eccetera” Vi pregherei di tenere conto di queste mie osservazioni per prossimi vostri articoli sull’argomento. Osservazioni un po’ impulsive e scoordinate, ma il mio passato di ex giovane pubblicitario (4/5 anni di gavetta poi 2 anni nella più grande agenzia d’Italia) mi tira per il colletto della camicia e mi dice che è una buona strada, già percorsa con successo dalle località turistiche di lago e montagna, l’Elba sarebbe la prima e unica isola del Mediterraneo a poter conseguire un posizionamento così particolare. “Elba capitale dello sport del Mediterraneo”. Ciao e grazie Paolo Franceschetti Caro Paolo Ne abbiamo tenuto così conto che come vedi abbiamo trattato i tuoi appunti come un vero articolo, senza metterci le mani riproponendoli nella loro schematica (ma efficace e chiara) forma. Hai ragione, è l'ora di piantarla col vittimismo insulare, coi quaderni delle lamentazioni sulle altrui mancanze, con le grandi (o pseudograndi) analisi della crisi a cui non segue non segue la benchè minima concreta azione. Papale papale: se i destini turistici dell'Elba sono gestiti da soggetti che sembrano sempre di più degli elefanti addormentati, si abbia il coraggio di rompere gli schemi e nonb solo quelli, di spezzare i monopoli rappresentativi e quelli gestionali (pensa ad esempio alla gestione della partita delle gite turistiche), creare nuovi strumenti in grado di FARE e fare in modo alternativo. Tutto ciò partendo da capacità di analisi e di azione di cui l'Elba già dispone, dagli esempi positivi e dalle professionalità consolidate, dalle associazioni degli operatori dell'Ovest elbano e dal loro originale percorso, ad esempio, dalle tue proposte e da altro ancora.
kayak gaudenzio