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Portoferraio vietato abitare?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 22 settembre 2004

Egr. Direttore Ci chiediamo se la notizia dell’azzeramento del regolamento urbanistico di Portoferraio, apparsa sul Tirreno di oggi, possa essere considerata un fulgido e lungimirante esempio di spreco. Negli ultimi 10 anni sono stati elaborati ben due regolamenti urbanistici, non sappiamo quanti milioni (o miliardi) delle vecchie lire sono stati dati a tutti i progettisti, consulenti, avvocati e faccendieri strapagati (con i nostri soldi ovviamente). Risultato ad oggi: Zero. Rossi, neri, bianchi, gialli, verdi, ecc. per i cittadini il risultato è lo stesso: si resta sempre con un pugno di mosche in mano. “Fiumi di parole” diceva la canzone, soprattutto nell’ultima campagna elettorale ma - ci chiediamo ancora - che fine hanno fatto la coerenza, il buon senso, il bene comune, le esigenze e le disperazioni (vere) dei tantissimi cittadini in attesa da anni? Non lo sappiamo. Forse è proprio vero quel vecchio detto: ognuno ha i politici (e gli amministratori) che si merita e forse oggi - come ieri o l’altro ieri - ce li meritiamo per davvero. A questo punto ci permettiamo di dare un modesto suggerimento al comune di Portoferraio. Se gli amici di Capoliveri hanno già sostituito il “Carpe Diem” di barbettiana memoria con un nuovo cartello di benvenuto, facciamolo anche qui con quello nostrano, con la seguente dicitura: PORTOFERRAIO VIETATO ABITARE! Con il seguente sottotitolo: (Il divieto riguarda in particolare: gli sprovvisti e sfigati cittadini che hanno la sorte di lavorare in loco; coloro che sfortunatamente non l’hanno ereditata; i possessori di terreni che da anni vorrebbero costruirsi la prima casa; coloro che vogliano farsi una famiglia ma non possono perché non si trova più un alloggio dove andare a vivere, ecc. ecc. ecc.) Cordiali saluti Antonio, Tommaso, Stefano. Semplici - ed ormai stanchi di aspettare - cittadini di Portoferraio Cari ragazzi Ho qualche difficoltà a rispondervi e non la nascondo: forse sono il peggiore dei vostri possibili interlocutori, avendo maturato in questi anni posizioni ultraconservazionistiche partendo dalla convinzione che a Portoferraio si è già costruito molto più del dovuto, da quella che il diritto (sacrosanto) alla casa non può confondersi con un "diritto alla edificazione della prima casa" che non esiste ed è bene non esista, e con la constatazione che la proprietà di un terreno non significa automaticamente lo "jus aedificandi". Se così fosse lo stesso concetto di urbanistica andrebbe allegramente a farsi fottere (per usare un eufemismo). E' la comunità nel suo complesso e non il singolo cittadino che devono governare il territorio ed è l'ora di finirla all'Elba ed a Portoferraio con "l'urbanistica a domanda". Non sono un urbanista e posso sbagliare, ma credo che invece di bruciare altro territorio (risorsa non rinnovabile) i nuovi amministratori, a differenza di tutti gli altri che li hanno preceduti, dovrebbero impegnarsi soprattutto per il riuso razionale del patrimonio esistente, anche in direzione di incentivi diversificati come quelli ad esempio da concedere a nuovi nuclei familiari per l'acquisto e/o la ristrutturazione di appartamenti in zone GIA' urbanizzate, o ai proprietari di case che immettono i loro beni sul mercato del duraturo affitto. Una prima casa la si può acquistare o affittare già edificata. Ciò premesso, che dire circa lo spreco? E' stato certo un primo spreco interrompere il lavoro quasi compiuto di Lotti e Manetti per affidare una nuova stesura del Regolamento Urbanistico all'Architetto Maltinti, ed è stato un micidiale spreco il fatto che quello strumento è stato confezionato con tali e tante castronerie, per tacere gli aspetti sui quali si è sviluppato il vivo interesse della Magistratura. Voglio ricordarvi ragazzi che questo giornale ha sostenuto da subito, dall'estate dello scorso anno che il regolamento approvato (forzatamente approvato) da Ageno e soci rischiava di essere carta straccia, così come voglio ricordarvi che abbiamo dato (ed a più riprese) senza mezzi termini la patente di incoscienti a tutti coloro che nei mesi successivi spingevano i cittadini a muoversi, a sfruttare le magnifiche opportunità di uno strumento urbanististico ancora sub-judice. Che fare ora? per prima cosa occorre restituire ai cittadini, a tutti i cittadini, la certezza del diritto (anche quello urbanistico) e visto il "patrimonio" di strumenti lasciato in eredità dalla peggiore giunta della storia di Portoferraio, il compito di Peria e compagni non è proprio agevole, una nuova, seria, pianificazione che risponda alle esigenze della COMUNITA' è inevitabile. Quanto del lavoro fatto dai primi progettisti (e perfino dalla seconda) sarà recuperabile non lo so, posso solo augurami si riesca a fare presto e bene e, ripeto, nella massima trasparenza. Quanto all'ideale cartello da porre a presentazione della Citta di Cosimo, sul versante dell'urbanistica ne proporrei uno un po' più ottimistico e creativo del vostro: "PORTOFERRAIO ZONA DESINTRALLAZZONIZZATA"


pf nubi nere panorama

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