Oggi concediamo un altro giorno di licenza a Giovanni Circondato Ageno. Siamo così buoni che evitiamo perfino di fare una facilissima battuta di spirito sul suo ultimo comunicato ed in particolare su quel passo “Per fortuna – conclude il Sindaco – l’alto numero di persone che in questi giorni frequentano quotidianamente l’ufficio tecnico comunale dimostra …” un passo che magari avrà fatto sghignazzare assai chi si è ricordato che ultimamente l’ufficio tecnico comunale è stato teatro di un via vai davvero notevole, specie di tutori dell’ordine. Niente politica oggi, rimaniamo sul filone della comicità popolare involontaria, già esplorato ieri con le Cronache da una Sala d’Aspetto e con la signora col foho di Santantonio e la figliola laureata con 110 e lode a Siena, e raccontiamo una gaffe (nostra) fresca di giornata. Giusto stamani ci siamo imbattuti in un conoscente che esibiva una vistosa steccatura all’indice della mano destra, tanto che quell’unico dito erto appariva come un antenna del Puntale, o se vogliamo l’enfatizzazione un gesto osceno di importazione nord-americana acriticamente diffuso specie tra le più giovani nostre generazioni colonizzate dai telefilmi U.S.A. Gli abbiamo chiesto come si fosse procurato il trauma e il nostro ci ha risposto di essersi serrato la falange nella portiera della sua auto, e poiché abbiamo immediatamente riso, e lo abbiamo visto rimanerci un po’ male, abbiamo dovuto spiegargli cosa ci aveva condotto alla memoria. Gli abbiamo raccontato così di un tizio che molti anni fa esibiva una vistosa medicazione identica alla sua, ed ai numerosi richiedenti le cause dell’incidente rispondeva: “Me lo so chiuso nella portiera di una macchina …” ma poi dopo una pausa di qualche secondo aggiungeva pieno di orgoglio “ .. era una Porsche!”. Potevamo fermarci lì, quello che ci ha fregato è stato il commento che abbiamo inopinatamente aggiunto: “Come se schiacciarsi da soli il dito nella portiera di una Porsche fosse meno da tonti che schiacciarselo in una 500” . Proprio una 500 aveva leso il dito del nostro interlocutore che si è ancora più scurito in volto.