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Retroscena di fatti riesi appena accaduti e più lontani nel tempo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 16 settembre 2004

Dopo gli sputtanamenti che si sono ripetuti a mezzo stampa sui cinque anni antecedenti le elezioni, tra mangiarini e pianificazioni terminati con le peggiori accuse di ambiguità e quant’altro, tra Rinascita Riese ed il general fantasma, alias Pino Coluccia, tengo a fare le mie dovute delucidazioni. Premesso che non ho mai partecipato a nessuno di questi incontri sopra citati, sono stato invitato alla famosa cena, organizzata da Pino Coluccia, che alla fine di questa ha espresso il suo programma con due sole parole. "Sono uno di sinistra e non intendo spaccare la sinistra". Fui l’unico a rispondergli altrettanto brevemente, nessun accenno fu fatto su altre questioni e tanto meno furono nominate le primarie. Passata una settima mi contatta telefonicamente Vai, era stato sottoscritto un documento con già 25 adesioni. Risposi che non intendevo firmare senza la presenza del maggiore interessato, per tutta risposta mi fu detto che in questa fase era meglio che il generale rimanesse nell’ombra e che nel giro di pochi giorni avrebbe chiarito tutto, firmai. L’armiamoci e partite, con i generali dietro le siepi non fa per me. Incontri sempre rimandati dal gen. fantasma che attraverso il portavoce ufficiale di Nisportino, ribadiva in continuazione la sua candidatura alle primarie, per poi uscire la mattina successiva sulla stampa per dire che non intendeva candidarsi né contro la Schezzini e tanto meno contro il partito. Ho già chiaro che questa linea per me non può essere condivisibile, tra l’altro, prendo visione che a questo documento hanno aderito gente di quella destra che da oltre trent’anni aspettavano un’occasione così ghiotta, anche il signor “lui lo sa’’ è nella lista, per me è l’occasione del distacco totale. Siamo nel Novembre 2003, anche il gen. fantasma ha già gli strumenti per fermare questa sconcezza. Per essere uno che non voleva spaccare la sinistra Riese, signor fantasma, c’è tanto da essere allegri, sei riuscito addirittura a demolire mezzo paese, congratulazioni. Vai, per essere stato per parecchi anni segretario mi costringi a rinfrescarti la memoria, non sono uscito come tu affermi per la questione della Menarini, dove tra l’altro sei il vero protagonista di te stesso. Essendo anch’io parte della tua segreteria, firmammo in quattro un documento che portò una spaccatura all’interno del direttivo, mi opposi alla vostra volontà di divulgarlo alla stampa prima che fosse discusso al partito. Non appena varcata la soglia di casa, Il Tirreno mi chiede delle dichiarazioni sulla Menarini, a cui rispondo che è mio costume confrontarmi nella sede opportuna prima di fare una qualsiasi dichiarazione in altra sede. Questa vicenda portò ad un confronto con l’allora segretario provinciale Susini, guarda caso ero solo a rispondere al resto del direttivo ed al nuovo interlocutore, supportato in un secondo momento da Rocco che nonostante il ritardo fece con me la sua parte. IO, so dov'eri, ERI CON QUELLI DEL CAVALCA VIA, CHE TIRANO IL SASSO E SCAPPANO VIA. NON E’ DI VASCO ROSSI, E’ MIA. Raggiungemmo e firmammo in accordo importante senza di te e l’altro, che prevedeva una verifica ogni 15 giorni riguardo l’oggetto in questione. Sono uscito in contrapposizione con il partito il cui sindaco era Pino Coluccia, si vivevano forti contrasti, che portarono ad una guerra quasi fratricida Io personalmente non accettavo e non comprendevo il voler a tutti i costi promuovere un parco voluto da un governo di cui noi eravamo all’opposizione. Tu non sei stato davvero all’altezza nel gestire quella situazione che a portato alla fuga di quasi tutta la totalità degli iscritti ed ancora oggi ne stiamo pagando gli scotti. Sono uscito, ma senza sbattere la porta come tu affermi, non fa parte del mio stile. Non ho mai dipeso dalle labbra di nessuno, ho sempre e tu dovresti ricordarlo bene, pesato le cose, esposte e preso le mie decisioni. L’unico a esprimersi per il no al referendum sul sistema maggioritario, l’unico del direttivo a votare la mozione Bassolino, tu invece sempre al traino di qualcuno, mia un’espressione tua. Non prendo lezioni da chi è stato espulso dal partito e dalla sezione di Rio, tu non hai sbattuto la porta, te la hanno sbattuta i tuoi compagni di allora. Sei uscito dal gruppo consiliare passato perché chiedevi e pretendevi un assessorato. Eticamente io e te siamo troppo diversi, esperienze diametralmente opposte, sono abituato da anni a dare, e chi dà , riceve centuplicato senza bisogno di chiedere. L’enorme differenza la può notare chiunque, basta vedere il tuo modo aggressivo e gratuito con cui attacchi la gente. Non sono state le sciocchezze che mi hai scritto in quel foglio a convincermi a far parte di Rio Democratico, nonostante io non sia per niente tenuto a dare spiegazioni ad alcuno. Negli ultimi 3 anni ho partecipato a tutte le manifestazioni nazionali contro il governo Berlusconi. I fatti di Genova del G8, il non poter sentirmi rappresentato da chi col tricolore si pulisce il culo e da un Presidente del Consiglio che condiziona sui libri di scuola ragazzi di 16, 17 anni prossimi votare alle politiche del 2006. Sono questi i motivi che mi hanno stimolato a rimettermi in gioco, che ti piaccia o meno. Sulla vostra sciamannata scialuppa non potevo davvero imbarcarmi, sicchè non essendo portato all’astensionismo ho scelto quello che ritenevo più giusto per me e per il Paese che mi ha davvero dato tanto. P.S. vorrei capire perché fotografate una gru mentre non vedete un grosso carrello grigio a due M. di distanza, che si prende oltre due parcheggi, vedete solo la valle di Nisporto, ci sono anche quella di Nisportino, di Bagnaia, dei Mulini e qualche altra. Accusate noi di cavalcare favoritismi e clientelarismi, sarebbe ora di mostrare le palle, denunciate chi usa questi favoritismi e chi ne trae benefici, noi non temiamo nessun confronto altrimenti smettetela con queste provocazioni da quattro soldi che fanno solo male a tutto il paese.


rio elba 2

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