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Da Bruno Paternò, considerazioni separatistiche, portualmente parlando

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 28 agosto 2004

Chi pecora si fa, il lupo se la mangia. Avviene quindi che io sia indicato, dal Commodoro Traghettuale, quale un populista da strapazzo per via delle aspre e purtroppo ragionate critiche al suo leggiadro modo di impoverire i traghettandi con o senza mezzi al seguito. ( all'inizio i mezzi li hanno, quando sbarcano ne hanno solo la metà ! ) L'odissea delle aspirazioni traghettuali elbane, riferita oggi come oggi alle mortifere ed esiziali situazioni negative per il turismo elbano, è ben nota sia ai silenti operatori turistici ( usi obbedir tacendo fino alla fine ormai prossima del turismo) che alle Autorità varie, che quelle proprio non mancano, sciolte o a pacchetti. E' ben noto a tutti che l'unica cosa che le Autorità salvaguardano sono gli interessi terreni ed acquifieri del Commodoro Mobylifero. Ma a parte questa follia quotidiana alla quale il popolo bue assiste belando e zigando ( zigare: ziga il coniglio quando piange in attesa di essere decapitato, voce dialettale bolognese) vi è una storia che vi voglio raccontare: Correva l'anno non so quale ma eravamo in periodo elettorale. Tutti i politici facevano il giro delle sette chiese non dimenticando certo la confindustria (si fa per dire) elbana, cioè l'associazione albergatori. Venne quindi in visita solenne il deputato alla Regione Manciulli , testa pensante, anche in francese, del PDS piombinese e non solo. La conversazione cadde sulla netta opposizione che la nostra associazione poneva al progetto di gettare fanghi e veleni nel mare elbano, per facilitare la realizzazione di un nuovo molo piombinese, indispensabile ed irrinunciabile per la salvezza dell' Ilva e di Lucchini. Ed egli, il Manciulli, a mò di fermissimo ammonimento ebbe a dire: così come stanno le cose (senza un ulteriore molo per fare il quale occorreva sacrificare il mare con lo sversamento selvaggio dei fanghi piombinesi)si potrebbero creare problemi di sicurezza nell'accosto e nella navigazione. Nel caso vi siano problemi di sicurezza sappiate che saranno i traghetti ad essere fermati o ridotti, non certo le navi carbonifere o quelle che caricano e scaricano i prodotti dell' Ilva. Io non credevo alle mie orecchie e, senza zigare, chiesi con fermezza di ripetere il concetto. Il Manciulli, uso a ben altri incontri e dibattiti, non fece una piega e ribadì che la preferenza sarebbe sempre stata data agli interessi di Lucchini e di Piombino che già tanto aveva sofferto, Piombino, non Lucchini, nel passato e nel presente. Io, nel gelido silenzio generale, risposi che le sue dichiarazioni erano incredibili per la brutalità che contenevano e per il disprezzo degli interessi generali, elbani compresi. Mento? a testimonianza cito i presenti : Manciulli ed Alessi , Mauro Solari, Luca Bartolini, Sandro Massani, Lucio De Biase, Marzotto, Bruno Paternò. Epoca : le precedenti elezioni regionali. Ecco a chi abbiamo affidato il futuro dell'isola verde & blu. Ecco perché la portualità elbana deve, ribadisco DEVE, essere divisa da quella di Piombino essendo i rispettivi interessi, ambedue legittimi, completamente antitetici. Piombino ha la sua portualità industriale da difendere, giustamente. Noi necessitiamo anche di Piombino ma non solo di Piombino. Non possiamo vivere nel ricatto continuo come già, ad esempio, il Cigri ha dimostrato di poter e voler fare quando per un solo attimo alzammo la testa, notoriamente insabbiata, togliendoci subito l'acqua. Piombino potrebbe addirittura chiuderci gli ormeggi e, scuramente come oggi ancora fa, impedire l'accosto della terza compagnia, in ossequio solo agli ordini del Baleniere . Altre strade si devono aprire. Gli utili che Piombino realizza in esclusiva funzione elbana devono essere amministrati in maniera più favorevole all' Elba risistemando i porti ora sottoutilizzati nella nostra isola e liberando Portoferraio da un peso ormai insostenibile, come ogni sabato e domenica si dimostra.


Porto di Piombino Mappa

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