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Difficoltà per le nomine: per Elba 2000 è tutta colpa dell'ambientalismo

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 27 agosto 2004

Poltrone e cavalli di razza La vicenda della poltrone da spartirsi, essendo meno numerose dei sederi e più numerose delle teste buone a disposizione, sta diventando un dramma con il quale la sinistra di Portoferraio deve confrontarsi senza arrossire; incalzata com'è, minacciosamente, dalla maturazione dei problemi e dal conseguente giramento dei coglioni della gente. In questa lotta per le poltrone, nel caso specifico dell'Elba, sembra emergere con forza un elemento (tenuto sempre sotto traccia dai ds) che in definitiva diventa spesso determinante nei bivi importanti della politica elbana. Ed è il portato dell'adesione (forse strumentale) ma comunque totale, che questa forza politica ha dato al credo ambientalista. Probabilmente, da un punto di vista elettorale sarà sembrato, nel 96, un cavallo sicuro su cui puntare. Si è rivelato, invece, non solo un brocco, ma addirittura un asino. Di quelli che una volta popolavano i vicoli elbani e ragliavano a maggio e tiravano calci tutto l'anno (Bisognava stargli alla larga per non rimetterci le palle). Infatti, lo schieramento politico ambientalista con l'imposizione del Parco perse, in una sola botta: elezioni, capoluogo e Comunità Montana. Poi, ironia crudele della sorte, il Parco, per il quale si erano tanto battuti, andava in mano a chi non lo voleva. A questo deve aggiungersi che il tempo ha dato ragione a coloro che dicevano che il parco sarebbe stato un carrozzone, utile solo a sperperare denaro. Peggio di così non gli poteva andare. Ma non paghi di questo risultato, forse perché le mode vanno seguite fino in fondo, i ds si mettono a fare i girontondi insieme agli ambientalisti e con gli sfaccendati di mezza italia oltre che con professori con villa sulla scogliera, urbanisti e ex assessori responsabili di cementificazioni. E lo fanno contro l'amministrazione di sinistra di Marina di Campo, proprio mentre questa si difendeva dalla destra che faceva intervenire, addirittura, l'antimafia per le stesse regioni. Anche i tempi e le coincidenze hanno un significato. Ma adesso, il comune di Marina di Campo, riconfermato dagli elettori di sinistra, non vuole un ds "girotondino" a dirigere la Comunità Montana. Come dargli torto! Non solo, ma anche il sindaco di Marciana (sempre di sinistra) anche lui non vuole un'altra "pasionaria" ambientalista che lo aveva criticato nella politica urbanistica. La comunità Montana rischia così il commissario. Siamo, insomma, alla resa dei conti. Senza entrare nel merito, appare chiaro che l'adesione all'ambientalismo protezionista, così come Legambiente lo esercita all'Elba, non porta bene alla sinistra né ai suoi leaders: sindaci di sinistra indicati come cementificatori, bravi leaders con esperienza costretti a rimanere in panchina, a osservare persone inesperte gestire enti o assessorati importanti, con prevedibili effetti negativi sulle gestione. Insomma, da mangiarsi le mani a morsi. Adesso però, questi bravi dirigenti dovrebbero capire che il problema non può esser più posto in termini di difesa ambientale nuda e cruda, ma piuttosto in termini di armonizzazione o sintesi di due esigenze ugualmente importanti: difesa ambientale e sviluppo del territorio. Lo sviluppo del territorio, come il progresso, non può essere fermato. Tanto più in una zona a vocazione turistica. Può esser invece rallentato, ma questo crea tensioni con riflessi negativi nell'intera società, come i fatti di cui stiamo parlando dimostrano. Insomma si tratta di un problema complesso che va gestito con equilibrio e che non può essere risolto urlando slogan e facendo girotondi estivi.


comunità montana vessillo

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