Torna indietro

Paolo Villaggio, scrittore e attore di se stesso

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 21 agosto 2004

Sedersi tra la gente, parlare e scambiare confidenze e curiosità magari mai dette neanche a persone care. Uno sguardo serio, e ancora una posa per la foto con la signora, con la ragazza o con i bambini. Ogni tanto, con gli occhi, sembra voler dire — come il suo personaggio —“abbiate pietà, basta per un momento, anch’io sono in vacanza”, ma la sua cortesia, che sembra quasi una forma di rispetto per l’affetto che la gente gli dimostra , riesce ad avere il sopravvento. E’ questo ciò che sono riuscita a percepire quei pochi momenti in cui mi sono fermata, incuriosita e affascinata a osservare questo uomo. Tutti lo conosciamo per il suo personaggio Fantozzi, visto e rivisto soprattutto in televisione . Certamente la sua carriera non si è fermata a Fantozzi e alla vena comica ma ha anche interpretato film come Il segreto del bosco vecchio (regia di Ermanno Olmi), e Io speriamo che me la cavo (regia di Lina Wertmüller), entrambi proiettati anche a Rio Marina, durante il Festival del Cinema e delle Isole.Villaggio ha anche lavorato con Federico Fellini ( La voce della luna) e con Giorgio Strehler, recitando il ruolo di Arpagone nella commedia L’Avaro di Moliere. E numerosi sono i premi e i riconoscimenti fra cui il David di Donatello, il Nastro d’Argento, il Leone d’oro alla carriera a Venezia, tutti premi che Villaggio ha ricevuto, e che gli sono arrivati, dice lui stesso, dopo anni di lavoro ma quasi improvvisamente subito dopo aver lavorato con Federico Fellini. Ma in realtà Paolo Villaggio prima che attore è uno scrittore. Molto spesso sfugge il fatto che la storia del ragionier Ugo Fantozzi e delle sue disavventure sia stata prima un’opera letteraria, scritta dallo stesso Villaggio, e poi una trama cinematografica. E’ piuttosto curioso invece che uno scrittore si sia poi trasformato in attore dando vita, attraverso la sua immagine, il suo linguaggio e i suoi gesti al protagonista delle sue opere. Villaggio, nonostante si sia dimostrato un artista versatile, e un attore completo, ricorda che la sua popolarità è comunque legata al personaggio Fantozzi. Ma ciò che soprattutto è importante comprendere è che, come ha detto lo stesso autore, in quel personaggio c’è una buona parte di sé stesso, quella parte più nascosta e più temuta della sua anima. Se davvero è così, è stata veramente una trovata geniale quello di mettere in bella mostra proprio ciò che si vuole ostinatamente nascondere, ed è anche un modo per esorcizzare quei fantasmi che spesso tormentano la vita dell’uomo, semplicemente lasciandoli vivere di vita propria. Naturalmente ciò che scatena riso amaro e a volte un senso di tenerezza verso quel personaggio è proprio quell’affinità che la nostra anima coglie attraverso l’esasperazione di alcune caratteristiche dell’anima e del comportamento umano. Un’altra cosa importante è il ritorno pubblico di Paolo Villaggio alla scrittura, infatti ogni giorno sul quotidiano L’indipendente diretto da Giordano Bruno Guerri, è possibile leggere un pezzo o una racconto breve scritto da lui.


paolovillaggio2

paolovillaggio2