Le recenti dichiarazioni dell'inossidabile Commissario Barbetti - “mi si giudichi per quello che ho fatto” - meritano una riflessione. Lo scontro sulla rinomina di Barbetti a Commissario del Parco Nazionale, con quasi tutti gli Enti locali e la Regione da una parte ed il Ministro Matteoli dall’altra, sta penalizzando fortemente l’azione del Parco e le potenzialità di valorizzazione dell’Arcipelago Toscano e LEGAMBIENTE è da sempre convinta che sia indispensabile superare, al più presto, il commissariamento, ma andrebbe raccolta la sfida di Barbetti ad entrare nel merito dei progetti realizzati, e sarebbe bene che anche il Commissario iniziasse davvero ad informare sullo stato dei progetti in corso o da fare. Infatti, mentre si perde tempo sul presunto passato antiparco di Barbetti non lo si incalza sulle cose concrete, ed è strano vedere tra i suoi più accesi accusatori di oggi anche Amministratori che erano ben più esposti dell'ex Sindaco capoliverese sulle barricate antiparco.. Nel corso della lunga fase commissariale - sia durante il Barbetti 1 e 2 che con il paralizzante commissariamento romano - sono stati promesse molte iniziative ma poche hanno davvero visto la luce, altre sono state realizzate parzialmente o con notevole ritardo. Ci riferiamo al risanamento della zona umida di Mola, all’Area Marina Protetta, alla gestione continuativa delle Case del Parco, alla manutenzione della rete sentieristica, della cartellonistica, delle aree attrezzate, ad un centro di monitoraggio ambientale, alla ex tonnara dell’Enfola, al progetto pilota per l’Isola di Pianosa, agli interventi necessari sulle altre isole dell’Arcipelago, alla sede dell’Ente Parco nell'ex Caserma della Guardia di Finanza, alla realizzazione di un materiale divulgativo con un migliore livello scientifico e di conoscenza del territorio, alla continuazione delle braccate ai cinghiali - espressamente vietate dal Ministero dell’Ambiente - ed alle decine dei chiusini per il trappolamento che invece sono ancora inattivi. Troppo spesso ci siamo trovati soli a denunciare queste cose che - ad esempio per la sentieristica la forestazione, l'Area Marina protetta, ecc. - riguardano anche altri Enti che dimostrano lo stesso disinteresse. Se si avesse davvero a cuore la sorte ed il buon funzionamento del Parco, forse sarebbe meglio incalzare Barbetti su questi problemi concreti, tenendo anche conto che continuerà a fare sicuramente il Commissario per qualche mese e che, anche nel caso Regione e Ministro trovassero un miracoloso accordo, passerebbero altri mesi, tra una commissione parlamentare e l'altra, perchè il nuovo Presidente del Parco ed il Direttivo si possano insediare C'è poi tutto il complicatissimo iter per l’approvazione del Piano del Parco, per l’istituzione delle aree contigue e dell'Area Marina Protetta, atti che andrebbero accompagnati e sostenuti da un confronto politico- istituzionale e tecnico-scientifico serrato e, soprattutto, da un buon Piano Pluriennale di Sviluppo Economico e Sociale che dovrebbe essere realizzato da una distratta Comunità del Parco che lo tiene da anni in bozza in un cassetto. Ma l'ultima riunione della Comunità del Parco ha preferito parlare d'altro, evitando anche di affrontare il nodo politico dell'annullamento delle nomine dei suoi 5 rappresentanti nel Direttivo del Parco (3 di centro-destra e 2 di centro-sinistra) che non rispettano più la nuova realtà amministrativa dell'Arcipelago e che, però, hanno un piccolo problema: nessuno degli eletti è decaduto con le ultime elezioni perchè si tratta di Amministratori comunali non in scadenza o confermati e dell'ex Segretario elbano di A.N., che non si sa come sia capitato li dentro non potendo rappresentare direttamente nessun Ente Locale. Hanno ragione i VERDI, la Comunità del Parco ha dato un brutto segnale: è un peccato che, davanti ad una proposta forte e di cambiamento come quella di Marino Garfagnoli, si sia preferito un Presidente della Comunità del Parco che - come ex Vicepresidente - rappresenta la continuità di un'esperienza fallimentare e di completa paralisi, e non rassicurano sul metodo scelto le voci che trapelano che quello di D'Errico sia solo un incarico a tempo. Ringraziamo i VERDI che indicano Umberto Mazzantini come un possibile buon Presidente della Comunità, ma LEGAMBIENTE non è assolutamente interessata a ricoprire ruoli politico-istituzionali di questo tipo. Saremmo molto più interessati a discutere dello scandaloso Direttivo del Parco che emerge dalle nomine già fatte e da quelle proposte ed anche dei 3 nomi indicati dalla Regione per scegliere il nuovo presidente del Parco. In particolare, su uno dei 3, il Generale del Corpo Forestale dello Stato Silvano Landi, noi metteremmo la firma subito perchè gli riconosciamo competenza, preparazione tecnica e scientifica, grande conoscenza del territorio ed anche perchè sarebbe una garanzia certa di un ferreo controllo dell'ambiente e di un ruolo del Parco molto forte anche rispetto alle pretese di qualche Amministrazione Comunale. Ci chiediamo però quanto questa terna di nomi - non certo di sinistra - proposta della Regione, sia condivisa dai Comuni ed accettata politicamente dai recenti vincitori delle elezioni locali. Sarebbe bene che chi chiede giustamente la fine immediata del Commissariamento dicesse anche chi vorrebbe come Presidente del Parco e se si ritrova nelle proposte regionali.. Come si vede, in attesa che il Commissario si faccia da parte, ci sono molti e concretissimi temi da discutere, da affrontare e da risolvere, nell'interesse del Parco e per un suo rilancio e funzionamento... e allora perchè quando si parla di Parco si parla d'altro?
opuscolo parco aree marine