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Caccia nel Parco una sentenza che farà "precedente"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 28 luglio 2004

Il 1° Dicembre del 2002., Gli agenti della Polizia Provinciale in servizio all’Elba denunciarono il cacciatore di Rio Marina C.C, che fu sorpreso di buon mattino, insieme ad un amico, alle pendici del Monte Giove, in piena area perimetrata come Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed “in atteggiamento di caccia”, provvisto di armi e munizioni. Il caso è giunto in udienza presso gli Uffici Giudiziari portoferraiesi di Via Guerrazzi lunedì 19 luglio e la linea difensiva del cacciatore si è basata sul fatto che le tabelle che delimitano i confini dell’area protetta si trovavano distanti dal punto dove i due avrebbero “sconfinato”. Una tesi non accolta dal Giudice Beatrice Dani che ha condannato il cacciatore a 20 giorni di arresto, 300 euro di ammenda, alla confisca di armi e munizioni che gli erano state sequestrate; le pene saranno comunque applicate con i benefici di legge. Si deve notare che la sentenza del 19 luglio costituisce un importante precedente, che dovrà essere valutato (a far capo dal caso dell’altro cacciatore sorpreso con il C.C. che ha avuto un non coincidente percorso giudiziario) in tutti i processi per simili reati. I confini delle aree protette dovrebbero però essere ben noti a chi va a caccia (non a caso la proibizione e la cartografie sono pubblicate con il calendario venatorio) quella della distanza o della mancanza delle tabelle (che spessissimo vengono abbattute o asportate da ignoti vandali) è una delle argomentazioni difensive più frequentemente usate, da chi viene pescato a cacciare all’interno del Parco. Ed ancora in ordine alle attività della Polizia Provinciale, in mattinata del 27 Luglio è giunta notizia che la Provincia, anche accogliendo in parte le richieste formulate da parte di Legambiente, associazioni degli agricoltori e numerosi cittadini, ha di nuovo disposto uscite dei suoi vigili finalizzate all’abbattimento dei cinghiali che sono tornati a danneggiare colture e giardini in monti punti dell’Isola. Il fenomeno si presenta, in maniera meno vistosa degli ultimi anni, ma sussiste e la Provincia ha deciso quindi di riattivare quello che si è rivelato come un efficacissimo strumento per il contenimento della popolazione dei suini selvatici all’Elba.


via guerrazzi portoferraio

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