Un segno di essere ormai in età matura lo si ha quando si chiacchiera allegramente raccontando una cosa che ci pare accaduta, non diciamo ieri ma ierilaltro, e ci accorgiamo di essere guardati ed ascoltati con attenzione da qualcuno che vive la narrazione come se si riferisse ad un tempo distante un'era geologica. In tal senso la considerazione che ci viene riservata, l'essere presi per partito preso sul serio, da una parte stuzzica la nostra vanità, dall'altra ci deprime un po' e ci fa pensare con una punta di nostalgia a quando invece non ci consideravano per niente in quanto giovani, o peggio quando ci rivendevano le nostre idee (c'è stata tutta una generazione di politici specializzati in questo giochino) ammantate dalla credibilità che a quegli stessi concetti derivava dall'essere enunciati da persone più mature. Ma può accadere pure di peggio. Può accadere di essere ricondotti allo stato di "aspiranti anziani" con molta più brutalità. Qualche giorno fa non abbiamo resistito alla tentazione di andare a consultare un elenco, quello delle destinazioni nei diversi "asili" (ai nostri tempi così si chiamavano) degli iscritti alla scuola materna. Perchè? Per vedere per la prima volta il nome di nostro nipote (carne della nostra carne) stampato ed inserito in una classe. Ci stavamo appunto beando, osservando i cognomi sconosciuti o esotici degli altri frugoli ragionando con la nonna, di nostro nipote colà convenuta con identici scopi, piacevolmente sorpresi della multietnicità dei nuovissimi portoferraiesi e sul fatto che la scuola materna a cui il nostro erede era stato destinato era la medesima che avevamo frequentato. Piombava a quel punto in quel luogo una giovane signora molto preoccupata che il suo virgulto destinato alla stessa scuola fosse assegnato ad una struttura "vecchia". Cercavamo di tranquillizzare la signora decantando le lodi di quel posto: il giardino le piante.... La nonna che ci accompagnava cercando di spiegare la nostra partecipazione diceva: "C'è andato anche lui!" "Eh sì - diceva la mamma preoccupata - ma un secolo fa!" Confessiamo che istintivamente stavamo per contestare: "Giovanotta .. ma come si permette?". Ma ci abbiamo rinunciato, e non solo per il senso del ridicolo, ma perchè ripensandoci ci siamo accorti che, se non era trascorso un secolo da quando giravamo col grembialino a quadrettini d'ordinanza, mezzo secolo (pure abbondante) nel frattempo se n'era andato, per cui la secolare unità di misura usata dalla giovane signora non era poi così strampalata. Ci siamo rallegrati in cuor nostro che ancora nessuna ragazzotta ci abbia lasciato il posto in autobus invitandoci a sedere, e che fino ad oggi nessuno vedendoci fermi e assorti come ci capita spesso di stare sul marciapiede ci abbia detto: "Venga nonno, che l'aiuto io a traversare la strada"
S.Piero materna bimbi recita 2