“Secondo le migliori tradizioni ora a farsi fare la norma ad personam ci si mette anche il ministro dell’Ambiente, Matteoli”. Si dice senza parole il responsabile Aree protette di Legambiente, Antonio Nicoletti, dopo aver appreso dell’emendamento per la nomina dei presidenti di parchi presentato stamane dal senatore di An, Magnalbò. “Si stravolge in maniera gravissima il principio d’intesa tra territorio e Stato. E se così fosse, Matteoli è responsabile della fine della leale collaborazione tra Ministero e Regioni mettendo in discussione il principio di sussidarietà. Non solo – conclude il responsabile aree protette di Legambiente – così facendo sancisce il commissariamento del territorio. Insomma, pur di assicurare poltrone ai propri uomini, viene svilita l’importanza del grande protagonista del sistema di aree protette italiano, e cioè il territorio”. Ma anche Lorenzo Anselmi, presidente del Circolo di Legambiente dell'Arcipelago Toscano interviene in maniera decisa: "E' un atto grave - dice Anselmi - soprattutto per quanto riguarda il commissariamento infinito del Parco Nazionale di casa nostra. Così si pongono Regione ed Enti Locali dinanzi al fatto compiuto e si prepara la strada ad un Direttivo costruito in base all'appartenenza politica ed alla fedeltà di partito, non certo alle competenze ed alla rappresentatività territoriale". Legambiente Fin qui la prima nota degli ambientalisti, che successivamente ne hanno inviata un'altra nella quale tra l'altro si afferma: sui consigli direttivi, la norma approvata oggi prevede l'aggiunta di altro passo: "qualora entro trenta giorni dal termine di cui al comma 5, le regioni non si pronuncino il ministro dell'ambiente con proprio decreto puo' procedere alle nomine dei componenti del consiglio direttivo". In pratica si completa da svolta decisionista (autocratica per le opposizioni) del Ministro Altero Matteoli che, nel caso la normativa venisse confermata dalla Camera, potrebbe procedere direttamente anche al completamento degli organismi direttivi, laddove appunto la Regione tardasse nelle nomine.
Monte Tambone