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Benvenuti a Beirut

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 31 marzo 2003

Ascoltando le voci dei miei paesani Capoliveresi, mi stavano salendo piano piano dei dubbi… dicevano nei bar e nelle strade che l’opposizione portata avanti da Capoliveri Democratica non fosse poi così efficiente, che la Briano non avesse “gli attributi”, che Martorella capisse solo di calcio, che Di Vita si interessasse solo di Lacona e che Pintore, stanco di fare opposizione e di ingoiare bocconi amari, avesse tirato i remi in barca. A questo punto ho voluto fare il Santo, non Giuda, ma San Tommaso e sono andato quindi a metter le dita nelle ferite. Sono arrivato un po’ in ritardo, ma appena ho messo piede nella sala consiliare il quadro dipinto dalle voci di strada, il bianco e il nero dei pettegolezzi, le foto in “seppia” che mi erano state mostrate, di colpo hanno smesso di opprimermi l’anima. Ho visto e soprattutto ho sentito una Briano agguerrita, battersi per abbassare, dati alla mano, le tasse comunali sulla casa, per passare “come tutti i Comuni che si rispettano” dal 6 per mille al 4,5 e buttare in faccia alla maggioranza quel ridicolo 0,5 in meno. Ho visto e soprattutto sentito un Martorella chiedere ad alta voce rispetto: rispetto per tutti i Consiglieri, perfino per il Vicesindaco Cardelli, ahimè lasciato solo a parlare ed ascoltato solo dalla minoranza mentre i suoi compagni di amministrazione erano fuori a fumare una sigaretta e a bere caffè. Ho visto e soprattutto sentito Di Vita opporsi e votare contro un piano economico che non dà fondi e non prevede investimenti nella zona di Lacona: è vero questo mattacchione di Di Vita si interessa soprattutto di Lacona, e meno male,perché gli altri tre “laconesi” che fanno parte della maggioranza hanno alzato la mano automaticamente al “tre” di Barbetti, accettando così una mappa economica che esclude interventi significativi a Lacona. I miei dubbi sull’efficienza dell’opposizione sono continuati a svanire come sabbia tra le dita quando ho visto e soprattutto ho sentito parlare Pintore: lo avevano dipinto stanco, dimesso e rassegnato mentre io ho sentito parlare un politico preparato, serio, spinto da ideali forti che non lo fanno indietreggiare mai neanche di fronte alle batoste volute da una legge che non ammette sbavature e vuole le minoranze sempre e comunque sconfitte. Una legge che fa dei sindaci e delle loro maggioranze una sorta di Soviet Supremo intoccabile. Certo, la necessità aguzza l’ingegno, ma purtroppo quasi mai vince chi più ingegno ha! Uno dei punti che mi ha colpito di più, e che mi ha fatto capire che i Consigli Comunali andrebbero seguiti con la massima attenzione da tutti, è stato quando Pintore ha punzecchiato la maggioranza accusandola di aver ridotto talmente male il paese di Capoliveri che chi lo visitasse per la prima volta avrebbe come l’impressione di girare per le strade di Beirut… A questo punto pensavo che la maggioranza si indignasse, visto che era stato messo in discussione il lavoro di anni, invece con orrore ho visto e sentito ammettere che veramente Capoliveri sembra Beirut e che però non è colpa loro! Il mio sdegno ha toccato il fondo! E’ vero la colpa è di tutti noi Capoliveresi, perché l’Amministrazione Comunale è espressione della nostra libertà di voto. Quindi, cari Compaesani Capoliveresi, quando andate a votare, come dice l’insegna all’ingresso del paese, cogliete l’attimo. Oppure decidiamo di sostituire l’insegna: da “CARPE DIEM” a “BENVENUTI A BEIRUT”. Alessandro Bosi (Segretario Sezione DS Capoliveri) P.S. Grazie per il vostro impegno, Milena, Corrado, Alessandro e Mario da parte di tutti coloro che ancora credono.


capoliveri carpe diem

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