L’immagine dell’Elba è stata sporcata dagli scandali politico-edilizi che si susseguono e rischia di essere vista come un’isola dedita al malaffare. Una percezione preoccupante, anche perché si sovrappone ad un periodo di generalizzata crisi turistica che sembra colpire marcatamente anche l’Elba. Una situazione che allarma anche chi, come LEGAMBIENTE, ha contribuito a disvelare l’intreccio affaristico che ha visto maneggioni spesso continentali riuscire a trovare complicità, protezione e tolleranza nelle Istituzioni, fino a coinvolgere Sindaci, Prefetti, Tecnici e Magistrati. Ma è questa l’Elba? No, per come la conosciamo noi di LEGAMBIENTE l’Elba è un piccolo continente gentile, un concentrato di bellezze e rarità che non ha uguali nel Mediterraneo. L’Elba è il centro del Santuario Internazionale dei Cetacei e di uno dei più belli, singolari e difficili Parchi Nazionali, un Parco che rischia di essere un’occasione perduta, finora più dedito alla mediazione ed al confronto tra istituzioni che alla valorizzazione ed alla conoscenza dell’immenso patrimonio delle Isole e del loro mare. Un Parco che sta scontando pesantemente uno scontro politico-istituzionale che in passato ha già vanificato il ruolo della Comunità Montana dell’Elba e Capraia, una specie di malattia isolana che paralizza le istituzioni sovracomunali tra commissariamenti, incapacità progettuali, frammentazione amministrativa e litigiosità campanilistico/politica. In tutto questo l’interesse del Parco, la voglia e la necessità di governare il Parco come grande occasione di nuovo e diverso sviluppo, sembra scomparire e si rinuncia così a giocare una delle grandi carte di qualità e di promozione di immagine che hanno a disposizione l’Elba e l’intero Arcipelago. LEGAMBIENTE crede che sia giunto il momento di uscire dal piagnisteo vittimista che serve solo da comodo alibi per non dover affrontare i problemi, dalle recriminazioni stucchevoli ed inconcludenti contro la Toscana matrigna, la Provincia invidiosa, il Governo prepotente. I problemi dell’Elba (rifiuti, acqua, rischio di cementificazione, dissesto idrogeologico, difesa dell’ambiente, trasporti e qualità della vita…) sono soprattutto degli elbani e spetta agli elbani fare progetti, proporre soluzioni, chiedere finanziamenti, fare rete per risolverli. E questo non lo si può fare recriminando o isolandosi, ma solo aprendosi, collaborando, trovando soluzioni originali a misura di isola, che facciano diventare l’Elba esempio da seguire e non caso giudiziario da leggere sui giornali. L’Elba ha le forze per fare questo? Noi crediamo di si. Ne ha la consapevolezza? Noi crediamo non del tutto. La lunga e difficile attività di LEGAMBIENTE all’Elba ci insegna che nell’Isola le energie sono come paralizzate da uno strano incantesimo, che davanti alla condivisa percezione della gravità e complessità dei problemi (comuni a quasi tutte le isole minori italiane) non si riesce a riunire le energie imprenditoriali, politiche ed Amministrative per dare risposte ai problemi, è come se la capacità progettuale si rinsecchisse di fronte alla necessità di dare all’isola un’immagine diversa, all’obbligo di recuperare terreno di fronte a quanto accaduto in questi anni. E’ come se i problemi fossero troppo vasti per essere affrontati e se si pensasse pigramente che basterà aspettare che il momentaccio passi o che una nuova crisi internazionale sposti i flussi turistici su questa costa del Mediterraneo. Si prenda, come ultimo esempio in ordine di tempo, il fallimento di “Agenda 21” che, dopo mesi di defatiganti riunioni dove i Comuni sono brillati per l’assenza, ha portato alla proposta di un unico progetto, gli “Alberghi Ecologici”, un ecolabel che aveva già messo le gambe di 29 Hotel dell’Isola grazie all’accordo LEGAMBIENTE Associazione Albergatori con il patrocinio del Parco. Ma si pensi anche ad “Elbambiente”, un’iniziativa di enorme successo (anche mediatico), nata proprio all’Elba nel 1993 ed uccisa nella culla dalla follia antiambientalista degli avversari del Parco, e poi diventata il progetto copiato e portato avanti con successo da decine di Associazioni di imprenditori turistici italiani e stranieri. LEGAMBIENTE non crede che questo atteggiamento sia connaturato ed irreversibile, che non si possa e non si debba reagire e rendere all’Elba l’immagine di Isola gentile che ancora si merita. Pensiamo però che sia finito il tempo delle discussioni e debba iniziare quello delle decisioni, delle iniziative mirate a rilanciare l’immagine dell’isola attraverso iniziative di qualità che non possono che essere rivolte alla valorizzazione e difesa dell’enorme patrimonio ambientale, storico e culturale ed all’innalzamento della qualità dei servizi e dell’accoglienza, ma anche della qualità della vita di chi nelle isole vive tutto l’anno, perché difficilmente un turista potrà trovare un ambiente accogliente e vivibile se i residenti non percepiscono l’isola come accogliente. Insomma, come spot promozionale possono andare anche bene iniziative nazional-popolari-televisive come le “veline” e le “velone” ma forse per l’Elba e la sua immagine duratura, caratterizzante e di qualità sarebbe meglio, e più utile anche per gli elbani, occuparsi – ed adeguarsi – dei parametri con cui vengono assegnate le Vele della Guida Blu. L’Elba ha davanti a sé un lavoro grande ed ambizioso, ma che ormai è necessario ed ineludibile, e che deve iniziare da subito, anche con piccoli passi, con iniziative simboliche che aprano la strada alla nuova immagine che l’Elba e l’Arcipelago possono darsi, ribaltando e facendo dimenticare quella di oggi, sporcata da troppi schizzi di fango. Di questo, di cosa concretamente fare subito e di qui al 2005, vorremmo discutere il 24 giugno in un incontro che, insieme all’Associazione Albergatori dell’Elba, abbiamo convocato per le 10,30 alla saletta APT di Portoferraio. Sono invitati i Sindaci vecchi e nuovi, il Commissario del Parco, la Comunità Montana, imprenditori, Associazioni, Giornalisti e tutti quelli che vorranno dare un contributo concreto. Un confronto per smetterla di piangersi addosso, per non rivangare su ciò che è stato, ma per capire cosa concretamente si può fare subito e per prendere impegni precisi per il futuro, nell’interesse dell’Elba e degli elbani.
Santa Fine Catena Portoferraio