Non è ancora certa l’identità della vittima dell’incendio scoppiato nella mansarda della palazzina di via Carpani a Portoferraio nella notte tra mercoledì e giovedì. Si suppone si tratti di uno straniero di 45 anni, che non avendo fissa dimora aveva cercato un riparo nell’immobile disabitato. Le prime ipotesi sembrano appuntarsi su un “clochard” da tempo in paese, che girava su una bicicletta portandosi dentro il cestino un cane di piccola taglia. La causa dell’incendio nel quale l’uomo ha trovato la morte, e per il quale l’edificio già in precarie condizioni ha riportato danni ingenti tra cui il crollo del solaio, sembra da ricercarsi nel tentativo del “clochard” di ripararsi dal freddo con mezzi di fortuna. Ma a scatenare l’inferno potrebbe anche essere stata una banale sigaretta caduta su un cumulo di stracci e carta, le cui tracce sono state ritrovate in quantità notevoli dai pompieri. Non sono stati rinvenuti per ora i resti della piccola bestiola che, se l’individuazione dello sfortunato senzatetto fosse corretta, si sarebbe dovuta trovare al fianco del padrone. L’incendio si era sviluppato poco dopo la mezzanotte, subito i Pompieri avevano lanciato contro le fiamme poderosi getti d’acqua, ma il loro intervento era reso più difficoltoso dalla mancanza di una autoscala (che non hanno più in dotazione) che avrebbe invece permesso loro di affrontare le fiamme “faccia a faccia”. I Pompieri infatti, subito dopo la segnalazione dell’incendio da parte dei Carabinieri del Comando di Portoferraio, erano intervenuti direttamente nella mansarda salendo attraverso le scale della palazzina, ma con il diffondersi del calore e con i primi crolli del tetto avevano dovuto lasciare l’immobile e affrontare le fiamme dal basso. Ancora però non si sospettava che l’edificio fosse abitato, soltanto intorno alle ore 2.30 quando i Vigili del Fuoco con enormi difficoltà anche se muniti di autorespiratore, erano riusciti a penetrare di nuovo nella mansarda, avevano scorto una parte del corpo dell’uomo che si intravedeva sotto i laterizi della parte del tetto che era crollata. La salma era stata rimossa intorno alle ore 3 ed era stata trasferita all’obitorio dell’ospedale portoferraiese in attesa delle decisioni del magistrato che coordina le indagini affidate ai Carabinieri della Compagnia Portoferraiese I Pompieri avevano terminato il loro lavoro alle 5 del mattina dopo aver scaricato sulle fiamme, dal basso una notevolissima quantità d’acqua, il contenuto di circa 4 autobotti. Un lavoro che poteva essere molto più agevole e rapido, e meno rischioso per il personale (anche se per il poveretto deceduto nell’incendio ci sarebbe stato poco da fare, morto probabilmente per asfissia), se i Vigili del Fuoco avessero avuto a disposizione mezzi più efficienti, in particolare l’autoscala, della quale erano dotati fino a poco tempo fa, sebbene si trattasse di un mezzo vecchissimo risalente al 1967, mandato proprio per questo ad un collaudo dal quale non è mai più tornato. Sebbene i Vigili del Fuoco abbiano fatto più volte notare la necessità di un’autoscala in una realtà portuale, dove potrebbe rendersi necessaria una evacuazione di passeggeri da un traghetto a banchina, essi hanno avuto soltanto una temporanea disponibilità, durante la scorsa estate, di un mezzo proveniente dal comando di Massa, ma che è già stato riacquisito dalla sede di provenienza. Subito dopo la notizia della morte di una persona nell'incendio il Presidente del Consiglio Provinciale di Livorno, Nunzio Marotti ha inviato un telegramma al Sindaco di Portoferraio: "Apprendo con dolore della morte di una persona nell'incendio di uno stabile situato nel tuo Comune. Non potendolo fare con la famiglia del defunto, ti esprimo, in qualità di rappresentante della comunità portoferraiese, il cordoglio e la solidarietà mia e del Consiglio Provinciale"
carpani palazzina bruciata pf
palazzina carpani incendio