A Portoferraio nella serata di Martedì si è sfiorato un evento che poteva terminare in tragedia. Sette persone, appartenenti allo stesso nucleo familiare sono dovute ricorrere alle cure dei sanitari per un collettivo avvelenamento da monossido di carbonio. Forniamo una prima ricostruzione dei fatti che potrebbe contenere imprecisioni che eventualmente correggeremo nelle prossime edizioni. Due dei componenti la famiglia che abita in Via Carducci: un ragazzino di 10 anni e la anziana nonna avevano in serata iniziato a manifestare disturbi come nausea e vomito che in un primo tempo sono stati interpretati dagli altri componenti come effetti di un malanno di stagione. Poi intorno alle 21, vista che lo stato dei due peggiorava i parenti si sono decisi a chiamare la Guardia Medica. Ed è stato proprio il Dott. Giustino De Rosa ad accorgersi che i due “ammalati” non da virus erano colpiti ma da quel silenzioso killer che è il monossido di carbonio, e che il gas era stato generato da una stufa a gas accesa all’interno dell’appartamento. Il medico richiedeva l’immediato intervento dell’autoambulanza dei volontari della Croce Verde di Portoferraio che giungeva in Via Carducci immediatamente con a bordo il Dott. Luigi Ciompi e trasferiva d’urgenza il bambino all’Ospedale di Portoferraio dove il piccolo veniva iperventilato, ma oltre la nonna, iniziavano a manifestare sintomi dell’avvelenamento altri cinque familiari, tra cui due zie ed una cugina del bambino che raggiungevano con mezzi diversi l’ospedale. Per fortuna la concentrazione di monossido di carbonio accumulatasi nel sangue degli intossicati era ancora a livelli tali che tutti dovrebbero recuperare il loro stato di salute in pochi giorni. Ma fa gelare molto più della temperatura di questi giorni il pensiero di quello che sarebbe potuto accadere se l’intera famiglia avesse continuato ad inalare senza accorgersene il micidiale gas.