“Da un lato lo stato di salute del nostro mare fa fede a parametri vecchi venti anni e ormai inadeguati, dall’altro la possibilità di derogare rende ancor più debole la normativa sulla balneazione”. È questo il commento di Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, sui dati del Rapporto di balneazione 2004 del Ministero della Salute resi noti stamane. “Le analisi riportate dal rapporto - spiega Della Seta – non sono da considerarsi esaustive. I monitoraggi infatti prendono in considerazione batteri e un piccolissimo gruppo di sostanze chimiche, mentre resta fuori tutto un insieme di sostanze – dagli idrocarburi ai metalli pesanti passando per altri veleni, quali per esempio l’arsenico - che possono darti un quadro più esaustivo della salute delle nostre acque. Non solo, – incalza il presidente di Legambiente – altrettanto grave, secondo noi, è che si continui a derogare con decreti e decretini il divieto di balneazione per i limiti di allerta per sostanze quali l’ossigeno disciolto, il ph e la trasparenza”. Insomma, Legambiente chiede una maggiore trasparenza sia delle acque di balneazione, sia dei criteri che servono a definire lo stato di salute del nostro mare: “Puntiamo su tre cose – conclude Della Seta - sulla speranza che il prossimo anno il Ministero della Salute si ricordi di rendere noti i risultati delle analisi per tempo. Sulla volontà politica di arrivare a criteri che stabiliscano con maggiore certezza quale è lo stato di salute del nostro mare. E più in generale sulla maggior tutela del mare Monstrum non solo dai batteri ma anche dall’inquinamento chimico, dal petrolio e dal cemento”.
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