La cartolina dell' Elba che i turisti spediscono ad amici e parenti, ha di solito bellissimi colori verdi e blu, in tutte le possibili varianti. Alla cartolina manca la terza dimensione, che è quella della vita quotidiana sull'Isola dentro quella natura meravigliosa, la vita quotidiana di persone diverse tra loro, molte benestanti (dal punto di vista economico), altre con situazioni più precarie. Perchè i suicidi all' Elba sono 5/6 volte mediamente più alti che nel resto d'Italia? Difficile rispondere, ma forse si può cercare di usare un metodo induttivo, accostare cioè una serie di informazioni anche apparentemente slegate tra loro, di raffronti, di ragionamenti e vedere che cosa succede... vedere se può scattare, nelle istutuzioni soprattutto, la consapevolezza che è necessario indagare, in maniera analitica, per capire. Senza pretese di completezza vorremmo riprendere quindi alcune riflessioni che avevate gentilmente ospitato in altre occasioni: 1) L' economia turistico-stagionale ha la caratteristica, per moltissime persone, di prevedere lavoro a termine, con interruzione alla fine dell'estate e necessità di dover trovare altre occupazioni in attesa della 'stagione' successiva. Non occorre essere psichiatri per capire che lo stress causato dalla precarietà del lavoro è altamente probabile. Si può verificare, fare un sondaggio. 2) Chi non ha la casa in proprietà e non fa parte di coloro che vivono in un alloggio pubblico, paga generalmente affitti che richiedono di essere almeno in due a lavorare in famiglia; a volte tocca pure uscire di casa perchè il proprietario affitta d'estate ai turisti.. 3) la dispersione scolastica, dati della Provincia di Livorno, nella fascia dell'obbligo, è all' Elba attorno al 20% contro lo zero e qualcosa della Provincia stessa senza l' Elba. 4) Le dipendenze da droghe vendute liberamente -l' alcool- e da altre sostenze, anche acquistabili in farmacia, sono anch' esse mediamente più alte che altrove; la pubblicità a tutto spiano che passa in tv porta gli adolescenti a bere alcolici travestiti da bevande alla frutta. Accanto a queste valutazioni vi sono un paio di constatazioni utili da ricordare: le cartelle aperte dal sevizio psichiatrico della ASL sono diverse centinaia (oltre 700, se non ricordo male); le famiglie assistite dalla Caritas a Portoferraio sono diverse centinaia (che composizione hanno, ad esempio?) Mi fermo a questi esempi per fare due domande: c' è o non c' è un legame tra questi fatti sotto gli occhi di tutti e i suicidi? (Sono cioè i suicidi l'ultimo drammatico gesto di un malessere così numericamente e qualitativamente ampio o no?) A chi tocca porsi questa domanda ed agire di conseguenza? La seconda domanda è retorica, e riguarda naturalmente la prima, essendo ovvio che tocca alle Istituzioni (che già singolarmente operano, sia chiaro) porsi insieme (sta qui, forse la differenza) unitariamente il problema di capire scientificamente e umanamente, fare maggiore prevenzione a tutti i livelli, ascoltare il malessere di fette consistenti di cittadini (pare sempre di più) rimasti paradossalmente tagliati fuori, loro che ci vivono, dall’Isola Verde e Blu.
ben marina