L’artista Ivan Theimer espone “La gioia di un gran disegno” - Memoria dei percorsi napoleonici al Museo Nazionale delle Residenze Napoleoniche Villa San Martino - Galleria Demidoff a Portoferraio dal 18 luglio al 28 settembre 2003. Nel comitato promotore dell’evento artistico portoferraiese figurano il Sindaco Giovanni Ageno, Monsignor Giovanni Santucci, Vescovo della Diocesi di Massa Marittima e Piombino, Guglielmo Maria Malchiodi Soprintendente per i B.A.P.P.S.A.D. per le province di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara. In collaborazione con: Agenzia per il Turismo dell'Arcipelago Toscano, Associazione Albergatori dell'Isola d'Elba Comunità Montana dell'Elba e Capraia, Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. Nato a Olomouc, in Moravia, nel 1944 Theimer segue gli studi all’Accademia di Belle Arti e partecipa nel 1965 ad una mostra collettiva nella sua città natale. Due anni dopo presenta a Coventry la sua prima mostra personale. Nel 1968 partecipa alla Biennale Internazionale di Bratislava e, lo stesso anno, decide di lasclare la Cecoslovacchia Si trasferisce allora in Francia dove continua gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Parigi Nel 1969 partecipa al Salone della giovane scultura e vince il premio I.A.T. Nel 1973 espone alla Biennale di Parigi; nel 1975 illustra per Olivetti Les rèveries du promeneur solitaire di Jean-Jacques Rousseau. Nel 1978 è invitato a partecipare alla Biennale di Venezia nel Padiglione francese. Lo stesso anno partecipa ad una mostra collettiva dedicata al disegno d’architettura organizzata dalla C.C.I., Centro Pompidou. Nel 1982 partecipa ad una mostra collettiva alla Biblioteca Nazionale di Parigi e presenta un’esposizione personale alla Biennale di Venezia all’interno della rassegna Arte come Arte: la Persistenza dell’Opera. Ancora alla Biennale di Venezia sarà presente nel 1995 per il centenario a Palazzo Grassi. Nel 1989 partecipa all’esposizione La France, Images of Woman and Ideas of Nations a Londra. Le mostre personali e collettive si susseguono in Europa, soprattutto in Francia, in Italia, in Svizzera e in Germania e culminano nella grande antologica a lui dedicata nel 1996 al Belvedere del Castèllo di Praga. Tra le sue più recenti mostre in Italia si ricordano la personale allestita nel 1997 nella splendida Villa Bottini di Lucca, l’antologica in piazza del Duomo a Pietrasanta e nella Chiesa di Sant’Agostino nel 1998 e infine la personale in Piazza del Municipio e nella Chiesa di San Lorenzo ad Aosta nel 1999. Numerose le sculture destinate agli spazi pubblici che gli sono state commissionate negli ultimi anni: in Francia ha realizzato tre obelischi di bronzo per la facciata sul giardino del Palazzo dell’Eliseo, un grande rilievo in bronzo per la facciata degli Archivi Nazionali (Parigi), un monumento commemorativo della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino per il Bicentenario della Rivoluzione Francese (Parigi, Champs de Mars), una fontana e quattro sculture per la piazza della Repubblica a Poissy e una porta monumentale sull’autostrada fra Nantes e Niort per la Società delle Autostrade del Sud della Francia. In Germania ha realizzato sculture monumentali per le città di Kassel, Marburgo, Amburgo, Fulda e Gelsenkirchen. In Italia ha realizzato una Allegoria del mare, scultura commissionata dal municipio di Follonica (Grosseto). Ha realizzato inoltre un monumento a Uhersky Brod, in Moravia, Via lucis per Jan Amos Comoenius. Ivan Theimer ha scelto di vivere a Parigi ma soggiorna spesso in Toscana, a Pietrasanta, dove si trovano la Fonderia Artistica Mariani, la Fonderia d’Arte Massimo Del Chiaro e i vari artigiani con i quali lavora. Theimer viaggia molto in quel triangolo della cultura che si snoda fra Parigi, Roma e Venezia. «Quando si lascia un paese si è colpiti dalla forza delle proprie radici. Oggi le mie radici sono culturali, nate da direttrici che vanno dal Bernini alla scuola neoclassica francese, dal Rinascimento all’architettura barocca... Sono nato alle frontiere dell’Impero romano, dell’Italia e della Moravia e sono interessato più alle frontiere che ai territori.» Le frontiere sono zone di contatto dove le correnti si intrecciano e si sovrappongono, qui fiorisce sempre una sintesi felice e feconda. Cosi si esprime il nostro artista che non cerca affatto di liberarsi dalle diverse influenze, ma anzi le rivendica. Notava il grande critico Giuliano Briganti nell’introduzione al catalogo di una mostra a Roma che forse Theimer considera l’Italia un «territorio ideale, un territorio di memoria», un luogo che come la Grecia e l’Egitto, «gli ha fornito e gli fornisce una ricca messe di forme e simboli, di tecniche e sentimenti che egli sa piegare perfettamente (...) ai bisogni espressivi del suo temperamento irrequieto, alla sua ansiosa ricerca di stile».