Un Sindaco, un assessore, un tecnico e due imprenditori portoferraiesi in carcere dopo un’indagine durata più di un anno e mezzo, condotta dal Pubblico Ministero Roberto Pennisi e dal Capitano dei Carabinieri Salvatore Distefano. Ma il giovane Capitano dell’Arma non coglie direttamente i frutti del suo lavoro. Apprende la notizia dai giornali, è stato trasferito a Firenze da circa un mese, non riesce neppure a trovare il Tirreno con la cronaca dell’Elba. Facciamo un passo indietro. In questo anno e mezzo Distefano lavora assiduamente studiandosi tutti i fascicoli dell’urbanistica portoferraiese, interroga persone indagate o informate sui fatti, pazientemente insieme al Procuratore Pennisi cerca di capire quali siano i tentacoli che soffocano la vita democratica di Portoferraio e dell’Elba. Firma procedimenti importanti, lo scandalo della Comunità Montana, mette le mani sui vertici del Commissariato portoferraiese per il caso delle extracomunitarie senza permesso di soggiorno, sequestra un elicottero di ritorno da Pianosa dopo un volo senza autorizzazione sul quale viaggiavano 5 persone, tra cui Giuseppe Foresi esponente di A.N. consulente del Commissario del Parco Ruggero Barbetti, denuncia il Sindaco di Porto Azzurro Papi per omicidio colposo a causa della morte di un suo paziente, al medico verrà in soccorso anche il sindaco di Rio Marina Francesco Bosi avventurandosi in frettolose assoluzioni. E’ un Carabiniere dalla testa ai piedi Distefano, si vede da come parla dei gradi di capitano ricamati con i fili d’argento sulla uniforme tagliata su misura dal sarto. Un Carabiniere forse scomodo. Inciampa in una brutta storia di droga e confidenti, gli contestano lo spaccio perché avrebbe consegnato ad un ex ballerina di un locale notturno 1600 grammi e 160 grammi di hashish, all’appello mancano anche alcune pasticche di ecstasy. Distefano è trasferito immediatamente, risponde al magistrato che segue l’inchiesta, chiarisce alcuni punti essenziali, la sua posizione si alleggerisce. E veniamo al punto. A causa del suo incidente giudiziario Distefano ha il telefono sotto controllo, viene registrata una telefonata - come si apprende da una nota Ansa - "con l' avvocato Giulia Bongiorno (già legale del senatore Giulio Andreotti) chiedendole un parere. «Non ho letto l' ordinanza nella quale viene citato l' episodio - ha detto il legale all' Ansa - e quindi non posso fare alcun commento. Non confermo nè smentisco i fatti». La telefonata ha pertinenza con le indagini che nel frattempo Distefano sta conducendo sul fronte dell’urbanistica. La conversazione viene perciò citata nell’ordinanza nei confronti di Ageno e compagni, questo il passo riportato anche dal Tirreno di martedì 2 giugno: “Mi ha chiesto (il giudice che lo interroga per la questione dello spaccio n.d. r.) se mai ho ricevuto pressioni per il mio lavoro. Ho risposto sì, molte. Soprattutto da ministri e sottosegretari, massimi vertici dello Stato, che mi hanno telefonato alla vigilia di Natale dello scorso anno. Per fare i nomi voglio un’assistenza legale”. A questo punto possiamo solo domandarci chi potrebbero essere i ministri e i sottosegretari interessati a mantenere lo status quo all’Elba e disposti ad intercedere per Ageno e compagni. Possiamo notare anche un alto elemento: la vicenda dell’arresto di un Sindaco e dei suoi collaboratori per associazione a delinquere ha fatto il giro d’Italia, ma nessuna conferenza stampa è stata convocata da chi ha condotto l’operazione. Gli inviati dalle maggiori testate nazionali hanno dovuto battere a tappeto l’isola per raccapezzarsi su quanto era accaduto. Il trasferimento del Capitano Distefano non è servito a bloccare le indagini a livello elbano, ma se la cupola è più in alto, la sua vicenda potrebbe servire da esplicito avvertimento.
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