Stamani la mi nonna mi ha svegliato alle SETTE (07.00 ora di GREENUIC)perche'la dovevo portare a prendere la pensione alle POSTE NUOVE!!!!!! Anche lei aveva firmato contro la chiusura, tutta contenta che i nostri amministratori avessero fatto la voce grossa contro la chiusura degli uffici distaccati, soprattutto quello di Carpani, dove le vecchine tranquille tranquille aspettavano la loro pensioncina all'ombra di un abete, chiaccherando tra loro almeno una volta al mese. Invece nulla! Nonostante firme, controfirme, appelli e giustificazioni, le Poste Italiane hanno fatto come gli è parso e ci hanno chiuso tutto. Ma tanto c'è l'ufficione nuovo , piu'comodo, piu'funzionale, parcheggi immensi ecc ecc. MA COSA VOI FUNZIONALIZZA'!!! Tre ore per cerca' parcheggio, quattro ore di fila, tutti stivati come sardine, impiegate nel pallone, computer (nuovissimi) bloccati, gente che ha perso mattinate di lavoro in file gigantesche, insomma, tutto come previsto. Noi (la gente normale) non si conta mai nulla, ne' in questo caso, ne'nel caso dei prezzi dei traghetti, ne'sulle limitazioni per il parco, ne' sulle proposte di un Comune Unico, ne' sulle piazzole dell'Elisoccorso, ne' sulle barriere antintrusione (di mosche) al porto, ne' sugli autovelozz.....NULLA: Bisogna solo pagare biglietti stratosferici per portare qualche malato fuori dall'Elba, bisogna smetterla di passeggiare nei boschi se no si sciupa il parco, bisogna sperare che di notte non ci succeda nulla che non viene l'elicottero, bisogna guardare il mare a scacchi per le barriere antizanzare. "nonna sei pronta alla Posta??" "altro che POSTA, c'ho ma una POTTA cosi' maladetti a loro!!!" Mauro Meoni Orbene, avendo una frequentazione che somma ormai quasi dodici lustri con Donna Maria Castaldi Ved. Rossi, nonna del pessimo soggetto che ci scrive, ma pure nostra zia (ultima convintamente su questa terra), possiamo testimoniare, pur non avendo direttamente udito il grido di dolore della medesima, che la forma espressiva riferita ben si attaglierebbe al suo vivacissimo personaggio. A ridosso dell'8 Marzo vorremmo inoltre far notare come le paritarie fiere donne isolane d'un tempo, per sottolineare le scocciature proposte loro dalla vita, rifuggissero dall'usare metafore di enfiagioni gonadiche maschili, affermando anche in questa occasione tutta la loro femminilità. Interessante in ultimo anche rilevare, con compiacimento, che l'abitudine era radicata anche tra fanciule comprese nella solita isola ma favellanti in parlate diverse, stabilendo in tal guisa la perfetta equipollenza (assessore, non ragioniamo di galline né di cavalli) tra il noto riese: "che tòpa Cateri'!" ed il ferajese: "mi' che potta!".
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