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Controcopertina: Il diverso pensare di Cesare

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 14 maggio 2004

Esiste un limite a tutte le cose, un limite che è più di un limite, è un "modus", un atteggiamento mentale, un approccio. Il mio limite arriva adesso, a dibattito in corso, informato solo in parte (e d'altra parte sembra che più il momento richiede informazione e meno ce n'è, più ci vorrebbe chiarezza e più si naviga a vista). Troppo comodo, per me "spettatore" aspettare la fatidica scadenza del 12 maggio. Io vi chiedo, mentre magari è in corso la Grande Riunione Risolutiva, Madre di tutte le liste e delle vittorie elettorali, che senso ha essersi spinti così oltre in una trattativa che non riesco a non definire "nauseante", e rischia di far abortire gran parte dell'entusiasmo che faticosamente era stato raccolto. Mi chiedo che razza di accordo si possa raggiungere A CINQUE GIORNI dalla presentazione delle liste con i DS della vecchia nomenklatura. Visto che a destra le liste sono due (tutti confermano che Ageno correrà da solo), viene meno anche la "Guerra Fredda" che ha già fatto tanti danni, in un bipolarismo sempre più miserabile (soprattutto all'Elba), e lo dico dopo essere stato , in passato, un sostenitore del maggioritario. Perché inseguire ogni oltre limite, oltre il buon senso, un accordo con i DS? Dal momento che le cose vanno dette per tempo e con chiarezza, io ribadisco che una vittoria elettorale che NON SEGNI UNA VERA DISCONTINUITA' nel modo di fare politica vale meno di una eventuale sconfitta vissuta da una coalizione che guarda lontano, ben oltre l'assegnazione delle carichee delle poltrone del 13 giugno. Un accordo con i DS fatto in questi tempi e in questi modi, con lo Scelza (e chi per lui) che devono entrare in qualche modo, per me è INACCETTABILE (una semplice domanda: PERCHE'? Perché sono "forti"? Perché comandano un partito di zombi che non arriva al 20 per cento? Perché così vuole la Realpolitik? Perché non possiamo correre da soli?). Cadere ad un metro dal traguardo della linearità, del rifiuto della vecchia politica, della voglia reale di rinnovamento sarebbe perfino più amaro che perdere onorevolmente il 13 giugno.


portoferraio palazzo della biscotteria orologio

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