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A Sciambere delle telefonate incrociate

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 05 maggio 2004

Tomo tomo cacchio cacchio era un'espressione del grande Totò che stava a significare l'andare tranquillo in una situazione concitata e torna bene per descrivere l'atteggiamento di un nostro amico capitato in ufficio in un momento in cui c'era una certa turbolenza, capita pure negli uffici pubblici. Orbene il nostro entra ed inizia un discorso ma dopo dieci secondi suona il telefono della linea interna quello bianco alziamo la cornetta e la portiamo all'orecchio destro ci chiedono informazioni su una certa faccenda, il nostro amico si tace e aspetta pazientemente. La conversazione telefonica va avanti ma un minuto dopo suona anche l'altro telefono quello rosso, il diretto estermo che portiamo alziamo alche quella cornetta chiediamo scusa all'amico di fronte e al telefonatore bianco e rispondiamo. Casualmente il telefonatore rosso ci riferisce circa la stessa faccenda sulla quale ci chiedeva lumi il bianco. Con due telefoni alle orecchie i fili incrociati sul torace, facendo non poco casino e chiedendo di nuovo scusa all'interlocutore in stanza facciamo da tramite tra i due, ma ecco che proditoriamente si avvertono le note della Carmen (Aria: Toreador) alternata a rumore di motosega, è in arrivo una terza chiamata e il cellulare posato sulla scrivania che fa da cassa di amplificazione, un po' vibra un po' suona, non sappiamo chi dei due telefonatori (il bianco e il nero) mollare, intanto rimaniamo con le due cornette in mano. Ci viene in soccorso il paziente amico che appunto, tomo tomo cacchio cacchio, gira la scrivania prende il telefonino in mano, pensiamo che voglia avvertire di richiamare dopo. Invece il nostro si avvicina e ci mette l'apparecchietto in sulle cosce anzi sull'inguine e quando gli chiediamo che sta facendo, quelle pacatamente chiosa: "A questo gli rispondi col cazzo" Capita l'antifona salutiamo verocemente, abbassiamo le due cornette bianca e rossa chiudiamo il Toreador in un cassetto della scrivania e invitiamo l'amico a prendere un caffè al bar. Ma mentre siamo in strada e quello ha iniziato appena ad esporre il problema suona di nuovo un cellulare, il suo. Risponde e si mette a sghignazzare poi ci allunga l'apparecchio: "E' per te"