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Traghetto della Toremar va ad urtare altre imbarcazioni e pontili a Porto Azzurro

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 02 marzo 2008

Sono passate da poco le 19, di Sabato, il “Giovanni Bellini” è in manovra d’accosto nelle acque portuali di Porto Azzurro, ma mentre sta virando a destra perde per un’improvvisa avaria la spinta di almeno un motore e punta con la sua prua verso i moli galleggianti. Chi è in plancia tenta di frenare la corsa della nave traghetto in forza alla Toremar, dando il macchine indietro, mollando precipitosamente le ancore, da terra si sente il rumore delle grosse catene che scorrono nel pozzo, si vede la massa bianca che si avvicina, qualcuno urla, i ferri fanno però poca presa sul fondale ed il Bellini va ad urtare con tutta la sua pesante inerzia alcuni natanti ormeggiati, su uno di questi esplode un razzo di segnalazione di emergenza sembra un incendio. Un'altra barca colpita viene sbalzata sul fragile molo galleggiante la cui struttura viene spezzata dall’impatto con le lamiere d’acciaio del Bellini e del suo bulbo di prua, altri piccoli natanti vanno a picco. Ma inizia a sentirsi l’effetto frenante della inversione dei motori ed il Bellini non governabile nonostante gli sforzi di chi sta a bordo, procede ora di poppa in direzione della Banchina 4 Novembre, altre due barche da pesca subiscono l’urto del traghetto ed affondandono insieme ad una pilotina degli Ormeggiatori, a bordo di un motopesca , si vivono momenti di paura, l’equipaggio, sta cenando l’impatto è duro ma i “Fratelli Angiolillo” subisce “solo” un danno alla fiancata, imbarca acqua ma si salverà anche se è fuori uso e la stagione è andata. Coinvolta marginalmente anche una motovedetta della Polizia Penitenziaria, a bordo un agente cade e si ferisce, sia pure in modo molto leggero, sarà l’unico a riportare danni fisici nell’immane casino che si è innescato nel porto longonese a partire dalla evidente avaria vecchio traghetto del traghetto che finalmente si ferma, e riesce ad attraccare tirandosi con gli argani di bordo sui cavi che gli Ormeggiatori manovrando con un gommone sono riusciti a fissare alle bitte. Dal ponte garage esce un solo veicolo e cinque passeggeri. Il comandante della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Portoferraio Busdraghi che si è precipitato a Porto Azzurro, sale sul ponte di comando a conferire con il comandante del traghetto, il lavoro dei suoi uomini, insieme a quello dei vigili del fuoco e delle altre forze dell’ordine è intanto incessante. Si fa la conta dei danni e si soccorre le unità salvabili, le acque portuali pullulano di detriti in galleggiamento. Al termine del colloquio l’Ufficiale della Capitaneria lascerà capire che a bordo si è fatto quel che si poteva di fronte ad una emergenza tecnica sorta in maniera prevedibile. Ci sarà ovviamente l’inchiesta dettata dai fatti accaduti (alla quale se ne affiancherà un ‘altra interna annunciata dalla Toremar) ma sarà difficile individuare responsabilità nel comportamento dell’equipaggio. Qualcuno piuttosto invita a ragionare sulla vetustà del Bellini (proveniente dalla Siremar) e sul fatto che i traghetti impiegati su tratte brevi come le nostre compiono una infinità di manovre di accosto e di partenza, che determinano molto più che il semplice navigare un alto livello di stress per gli apparati motore e per tutte le componenti tecniche. Il Sindaco di Porto Azzurro (da anni “abolizionista” relativamente allo scalo longonese dei traghetti) coglie la palla al balzo per parlare di tragedia sfiorata. Mario Martorella de la SINISTRA ARCOBALENO, suo oppositore in consiglio comunale e capofila di una iniziativa che tende alla valorizzazione della linea che serve la costa orientale dell’isola, contesta la strumentalità delle affermazioni di Maurizio Papi. Intanto il Bellini è a banchina e ci resterà per tutto il tempo necessario alle verifiche tecniche ed alle riparazioni necessarie perché successivamente la Capitaneria possa dargli il semaforo (anzi il fanale visto che di mare si tratta) verde. Resta per tutta la serata in bilico l’iniziativa del Parco programmata per domenica 2, la pulizia straordinaria di Pianosa eseguita da 500 volontari che proprio con il Bellini dovevano raggiungere l’Isola Piatta. Solo in tarda serata il Parco diffonde un comunicato nel quale si annuncia che la Toremar ha predisposto un servizio sostitutivo con la nave Aethalia con unica variazione sul porto di rientro dei pulitori volontari pianosini, che sbarcheranno a Portoferraio.


Nave Giovanni Bellini

Nave Giovanni Bellini