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Pino Lucchesi: non mi candido, l'uomo migliore resta Marcello Pacini

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 28 aprile 2004

Non fa certo piacere prendersi contemporaneamente del matusa e del rincoglionito ma (come diceva sempre mio zio Don Giuseppe,dei cui saggi consigli avremmo bisogno ancora oggi) bisogna sopportare con cristiana rassegnazione e pazienza. Detto questo – e forse illudendomi che il cervello mi funzioni ancora abbastanza- entriamo nel merito delle molte chiacchere che si fanno a proposito delle prossime elezioni. Ero e rimango un pluralista che ha sempre votato, anche in Parlamento, contro le leggi di apparente semplificazione, incluso il tanto discusso “mattarellum” che regola la nostra vicenda politica e che ha invece consegnato alle segreterie dei Partiti la selezione (si fa per dire!) della classe dirigente. Quindi anche la norma che regola l’elezione dei Sindaci mi piace poco o punto, anche perchè strangola il plurarismo che è la vera linfa vitale della Democrazia. Ma bisogna fare con quello che passa il convento. E’ ovviamente vero che sono stato sentito a proposito della prossima scadenza elettorale. A tutti gli interlocutori del centro e del centro-destra ho espresso il seguente parere. Che fosse necessario, pur trovandoci in una fase assai avanzata, fermare le macchine, chiedere a tutti i contendenti di fare un passo addietro, recuperare la politica al posto dei personalismi e trovare una soluzione condivisa; e che fosse altresì necessario proporre uscite di scena “onorevoli” ed accettabili. Diciamocelo chiaro: non è che Ageno abbia tutti i torti quando sostiene di essere stato sostanzialmente abbandonato dai Partiti che lo avevano sostenuto (con la lodevole eccezione di Tortoli e Bosi). Fino ad oggi, per motivi che non mi sono del tutto chiari e che probabilmente sono da ascriversi alla scarsa autorevolezza delle varie dirigenze, questo non è avvenuto. Quanto all’ipotesi di una mia candidatura, pur dichiarandomi contento ed onorato che si sia pensato anche a me, ho ribadito, in aggiunta alla esigenza preliminare soprarichiamata, la mia opinione che ormai da mesi è la seguente: è necessario richiamare (malgrado le sue perplessità) in servizio attivo Marcello Pacini che- a differenza di me – è Parlamentare in carica e che quindi può garantire una forte sinergia con il Governo centrale in grado di determinare ricadute positive su Portoferraio. Ho poi messo in conto il mio attuale impegno, a livello europeo e nazionale, quale Responsabile della certificazione ambientale. Ed infine decisivi motivi di correttezza e di serietà che non sono in grado di superare. Per quanto il vincolo affettivo sia rimasto immutato (e per qualche verso accresciuto al vedere la deriva degli ultimi anni), mi rendo conto che i rapporti si sono progressivamente allentati e che poco o nulla so –ad esempio- delle attese e delle speranze delle nuove generazioni. Il grosso di quello che rilevo del divenire a livello Portoferraiese ed elbano mi viene da Elbareport (grazie comunque per questo servizio) e dagli altri giornali. Penso che i concittadini vorranno accettare questa dichiarazione come un atto di amore nei confronti di Portoferraio e non come una fuga dalle responsabilità. Quanto al resto, aggiungo due noterelle “storiche”. 1- Non ci fu –trent’anni fa- alcuna rottura con Giovanni Fratini ed i suoi amici. Ero dell’idea che si dovevano trovare soluzioni che tenessero conto delle necessità di assicure a quel gruppo di giovani il necessario spazio vitale. Fu la “consorteria” di Piazza Cavour (Provenzali sr, Cecchi, Bernardi ecc.) a determinare una scelta della quale ho sofferto anche perchè incrinava i rapporti personali. 2- Ovviamente non mi auguro la vittoria della sinistra, ma ritengo che, quanto a capacità gestionali, Fratini sia stato un buon Sindaco oltre che un Sindaco molto “popolare”. Quindi l’idea di una sua candidatura a sinistra non mi pare per nulla campata in aria.


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