E' la notte tra sabato e domenica ed abbiamo a lungo scorrazzato con la mente tra le tante occasioni di "a sciambere" proposteci dalle ultime ore, tutte sorgenti da quell'immenso gorillaio che sono le elezioni amministrative all'isola d'Elba, occasione costante per fare emergere i lati peggiori (e di conseguenza più ridicoli) di alcuni nostri concittadini, che presi dall'elettorale gorgo si gonfiano come palestronzi anabolizzati di formale "decoro", e smarriscono ogni dubbio, ogni pudore, ogni residuale briciola di autoironia, ma siamo andati in overload come un processore sottoposto a troppi stimoli che si inchioda. Abbiamo staccato volutamente, dando un'occhiata alle agenzie rapportandoci a qualcosa di meno meschino e quotidiano delle baruffe ghiozzotte, dell'onor ferito della consumella bassa, degli in fondo affarucci di qualche grossa mezza-sega della finanza locale e dalle sue aspettative elettorali, dal riproporsi di rincoglioniti, dal gorillaio insomma. Abbiamo visto anche noi come milioni di altri quelle foto di quelle bare a stelle e strisce, provando poi la stessa pena per il più povero morto irakeno macellato sul selciato già rovente di Bagdad, e non ci ha consolato affatto constatare di aver avuto ragione nel prevedere questa assurda mattanza. Ci siamo accorti che è già 25 aprile, abbiamo dimenticato il gorillaio e ci siamo ricordati di Joan Baez: Dove saranno mai finiti i fiori - passati da tempo tanto tempo fa - sono volati sulle tombe dei soldati - morti per una libertà che non c'è.