Questa estate, agli inizi di "elbopoli" ci scappò di dire che non ricordavamo tanta attenzione per i fatti elbani dai tempi in cui un giornale nazionale titolò in terza a tutta pagina: "Roma e Portoferraio due estati della cultura", da quando il Turbototano (nomignolo appiccicato da Uberto Lupi a Danilo Alessi)Assessore alla Cultura non sparò quella magnifica follia che fu "Come una città rilegge la propria storia" un cartellone di 64 iniziative messe in piedi con molta inventiva, un mare di lavoro volontario, un po' di finanziamenti regionali e tanta, tantissima partecipazione. Si inventò in quell'occasione la Linguella come contenitore teatrale, si rivoltò letteralmente Portoferraio. Avevamo (in squadra c'era anche chi scrive) lavorato bene, troppo bene e quelli del PSI l'anno successivo (si rinnovava il consiglio comunale) chiesero oltre che il sindaco, l'assessorato alla cultura, che da cenerentolo era diventato "principe". Nel PCI ci fu un bello scontro tra chi voleva accondiscendere alla richiesta del PSI e chi voleva resistere, ma quell'assessorato alla cultura troppo efficiente dava fastidio a parecchi, e così lo consegnammo in mani socialiste. Quando sapemmo a chi doveva andare, il nostro immediato commento fu: "Il Pieri? il Topino? E che cazzo c'entra Gigi il Pieri con la Cultura?" Parlavamo con cognizione di causa Gigi era (ed è) nostro amico, una persona intelligente e preparata nel suo campo (la finanza) ma nel quale nonostante una sostanziosa frequentazione non avevamo mai sospettato letture extra rispetto alla Gazzetta dello Sport e le pagine finanziarie. Non c'entrava un cazzo, e si vide, poiché dopo due anni di funzionamento il "cantiere culturale" portoferraiese sparì e tutto tornò nella norma, cioè nell'assenza di iniziative o quasi come volevano appunto i socialisti. Oggi pubblichiamo una notizia, ci riappare vent'anni dopo il nostro amico Gigi, stavolta in veste di segretario del nuovo SDI. "O cosa vogliono chiudere stavolta?" ci siamo domandati.
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