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Coluccia: Il vuoto politico delle liste civiche

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 17 aprile 2004

In questa fase stringente della campagna per le amministrative c’è una crescita abnorme delle cosiddette Liste civiche, promosse sia da forze di sinistra, sia da forze del centro destra, anche se poi le motivazioni sono spesso comuni. Si contano liste civiche di varia estrazione politica in tutti i Comuni dove si vota. Mi chiedo che significato abbiano le liste civiche. Provo ad elencarne alcune delle possibili. Una ragione potrebbe essere un diffuso atteggiamento antipartitico e/o dell’antipolitica, in nome di una società civile autonoma, bella e pura, che non si vuole far fagocitare dai partiti, ma che cerca una propria rappresentanza diretta, non mediata. Derivate, da questa visione, sono anche le cosiddette Liste del Sindaco, intese appunto a svincolarsi dalle “spartizioni partitiche” delle segreterie politiche e dagli apparati partitici. I questo contesto i soggetti della cosiddetta società civile “buona” che promuovono o possono sostenere direttamente o indirettamente tali liste sono appunto i Comitati, di quartiere, di paese, di tematiche specifiche, etiche ambientali ecc., le associazioni, i cosiddetti movimenti ed anche gruppi di potere e correnti “partitiche”per manifestare il proprio dissenso. E comunque una pars rispetto al tutto. Altra motivazione può essere quella che l’elettorato è ormai considerato “libero” da fedeltà ideologiche e partitiche e quindi più facilmente intercettabile e manipolabile: del resto i vecchi blocchi elettorali, democristiano da una parte e comunista dall’altro, non esistono più da tempo e quindi ci sono aree di elettorato che cercano di riposizionarsi nella nuova articolazione partitica e di schieramento della seconda repubblica. Ed in questo caso si cerca di captare tale elettorato solleticandolo negli appetiti egoistici e corporativi. Altre motivazioni possono essere di tipo “etico/umorale” rivolte contro qualcuno o qualcosa, demone o simbolo negativo che sia, o per far marcare dissenso verso orientamenti ed indirizzi non condivisi. Tradizionalmente è la destra che promuove queste liste poiché è per lei più facile cavalcare elettoralmente quelle posizioni antipolitiche ed antipartitiche, mentre tradizionalmente la sinistra ha sempre guardato ad aggregazioni politiche, non solo di partiti, ma anche di forze significative politicamente tese a prefigurare progetti politici veri con valore generale. Oggi vediamo che anche settori della sinistra pensano di percorrere questa strada. Personalmente ritengo che il ricorso alla lista civica sia una soluzione inappropriata per “governare” per “ amministrare” e non secondario, per far funzionare bene le istituzioni e la cosiddetta democrazia dell’alternanza. Non ne faccio una questione nominalistica, ma di sostanza, poiché la lista civica, vuoi per la costituzione solo elettoralistica, vuoi per una parzialità eccessiva e minimale degli interessi ed obbiettivi che vuol rappresentare, deve rinunciare necessariamente e volutamente ad una impostazione e connotazione politica. Per politica intendo un progetto chiaro e ben definito di governo che non è il solo programma elettorale delle cose che si vuol fare, ma una visione storicizzata di quello che vogliamo fare e realizzare; consolidata e rappresentativa di interessi fondamentali dell’insieme della comunità e duraturi nel tempo. Quindi la Lista civica è la rinuncia alla politica (ricorre spesso tra i sostenitori di queste liste la frase” a me la politica non mi interessa, io voglio persone perbene che guardino all’interesse del paese”= società contrapposta alla politica), politica intesa come capacità di progetto consapevole, responsabile e partecipato, di lunga durata. Capisco che siamo in una fase di crisi della soggettività politica tradizionale, dei partiti e delle vecchie aggregazioni da essi promosse e purtroppo le nuove stentano a maturare per resistenze e conservatorismi vari, ma non possiamo pensare che cavalcando l’antipolitica, additando come negativa la mediazione tra vari interessi in campo, come perdita di tempo la capacità di relazionare, superflua la condivisione ed il rispetto delle regole e limitandosi ad intercettare spinte spontanee ed umorali o, direttamente, interessi materiali e particolari, si possa suscitare partecipazione e volontà positive. Le Liste civiche sono quindi espressione di questa oggettiva incapacità di assumersi una piena responsabilità di governo per il fatto che difettano di una visione unitaria e proiettata al futuro, è per questo che maggiormente allignano nel centrodestra. Non garantiscono stabilità e continuità d’impegno poiché molto spesso sono portatrici di interessi diversi che stanno insieme, non secondo un progetto unitario, ma in base ad accordi elettorali di potere. In alcune situazioni rischiano di essere veri e propri comitati di affari e/o custodi di interessi ben identificati ed a danno di altri. Queste elezioni nai comuni elbani dovranno invece essere l’occasione di un riscatto delle forze democratiche presenti nel territorio isolano. Dove l’identità politica delle alleanze, dei programmi e delle persone sia chiara ed esplicita, proprio per dare all’elettorato una opportunità in più per motivare la propria partecipazione al voto ed all’amministrazione della cosa pubblica, e questo vale a sinistra come a destra. Quello di cui necessita auspicare è che le liste che si costituiranno all’Elba esprimano chiari e trasparenti progetti politici alternativi, basati su soggetti politici (partiti, schieramenti ecc) che siano espressione di forze significative ed abbiano un radicamento profondo con le realtà Elbane, solo così potranno essere promosse delle forze politiche, delle classi dirigenti consapevoli, durature ed in sintonia con la realtà delle comunità amministrate.


pf panorama da grotte

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