Caro Mercantelli, fra le cronache che il numero in edicola de “Lisola” dedica al passaggio delle aree ex-minerarie alla CONI Servizi S.P.A., leggo un articolo che riporta diverse opinioni sulla vicenda, e alcuni commenti che si riferiscono ad una mia intervista, pubblicata dallo stesso settimanale in un suo numero precedente. Leggo con stupore quest’articolo, interamente costruito su un giudizio attribuito a me, ma che io non ho mai espresso. Con una manipolazione che è indice di pessimo stile giornalistico e scarsa correttezza professionale, il cronista mi attribuisce una sciocchezza (“le Miniere sono state una sciagura”), e si serve di questa falsificazione per danneggiare me, e per ingannare Lei (e purtroppo non solo lei). Non ho detto, e non potrei mai pensare, che “le Miniere sono state una sciagura”. Ho detto che il problema della gestione delle aree ex-minerarie è, oggi, una sciagura. Una sciagura che dipende dal vergognoso stato di incuria e degrado in cui sono state abbandonate per anni, in una condizione indegna: rovinosa per l’ambiente, pericolosa per la sicurezza, esteticamente indecente. Una condizione che negli ultimi anni si è ulteriormente aggravata, per la paralisi e l’inerzia di chi queste aree doveva recuperarle e conservarle, ed invece non ha mosso un dito, e non ha detto niente. Eppure ancora oggi c’è chi confonde colpevolmente l’inerzia, e l’immobilismo, con il rispetto della storia. Le Miniere di Rio sono state una risorsa straordinaria. Non erano solo la vita, o come ha detto bene Lei, “la sopravvivenza” di chi ci lavorava, e di un’intera comunità. Le Miniere sono state una risorsa industriale di straordinaria importanza per tutto il Paese; e la storia delle Miniere è un giacimento prezioso di vicende individuali e collettive, che ci raccontano la fatica di tutti quelli che ci hanno speso una vita di duri sacrifici, e l’impegno di quanti, come Lei, hanno lottato per il giusto riconoscimento dei diritti e gli interessi di tutti i lavoratori. Proprio la considerazione di ciò che le Miniere sono state, per Rio Marina e per l’Italia, e la constatazione dello stato in cui versavano le aree ex-minerarie, mi ha spinto, una volta eletto Sindaco, a porre subito, a tutti, la questione di un doveroso recupero di questo territorio. Il mio primo atto da Sindaco è la stata proprio la richiesta di interventi importanti per il recupero ambientale, il ripristino e la messa in sicurezza delle aree minerarie. Abbiamo ottenuto i mezzi per lavori ingenti, che sono già a buon punto. Mi sono poi adoperato per la concessione delle zone d’interesse mineralogico al Parco Minerario, che dalla sua costituzione non le aveva ancora ricevute. Proprio in questi mesi, stiamo provvedendo alla sistemazione dell’archivio comunale, salvando letteralmente dalla muffa centinaia di atti e documenti che raccontano la storia di Rio Marina, e delle Miniere, e testimoniano le vicende del movimento operaio e le dure lotte sindacali del Novecento. Mi dicono che gran parte dei documenti dell’archivio delle Miniere sono andati perduti, e dispersi. Quello che offre l’Archivio comunale sarà presto a disposizione dei riesi e degli cultori della materia. Proprio l’anno scorso abbiamo sostenuto una pubblicazione di storia locale su “La vena del Ferro”; abbiamo riscoperto e valorizzato la ricorrenza di Santa Barbara, protettrice dei minatori, e giusto in questi giorni stiamo promovendo l’iniziativa di un monumento al minatore, affidata ad un grande artista toscano. Pur non essendo riese, ho l’orgoglio di avere fatto queste cose, per la memoria, la storia, e l’avvenire di questa Comunità, alla quale sono affezionato, e mi perdonerà la presunzione se dico che l’Amministrazione che guido ha fatto per la storia delle Miniere, e per il futuro delle aree ex-minerarie, molto più di quanti -riesi o no- se ne ricordano solo in occasione di polemiche di parte. Sarà senz’altro d’accordo con me, poi, quando dico che la storia, la tradizione, e gli affetti di una Comunità come quella riese non risiedono e non consistono certo in un dato puramente giuridico. E d’altra parte sarebbero ben poca cosa, una tradizione ed una storia, se ci fosse il pericolo di dimenticarle o di disperderle con una semplice formalità burocratica, qual è in definitiva il passaggio di proprietà delle aree da un ente all’altro (operazione che comunque non è stata decisa da questa Amministrazione, e anzi la vedrebbe opporsi nel caso in cui non fossero garantite le condizioni che io stesso ho posto ai soggetti coinvolti). Come Sindaco ho la responsabilità di amministrare questo territorio pensando anche, e soprattutto, ai giovani, ai Suoi nipoti potrei dire. E ho il dovere e la decisa intenzione di impegnarmi per creare le condizioni dello sviluppo economico di Rio Marina, che non può più attendere. Uno sviluppo economico e sociale che in questi anni è stato impedito rallentato dall’abbandono delle aree ex minerarie, ma che può rilanciato. E’ nostro dovere fare il possibile affinché questa terra, grazie anche alla testimonianza di chi dentro di sé ne porta storia e la memoria, possa ancora dare frutti, e vita, ai suoi figli. E’ con questo impegno e quest’ augurio che la saluto cordialmente.
Il SEnatore Francesco Bosi