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Il "report" di Rifondazione sul Carcere di Porto Azzurro

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 13 marzo 2004

Da parte sua Rifondazione Comunista ha mantenuto la sua piccola grande promessa presa nei confronti dei detenuti del carcere di Porto Azzurro: ritornare con la delegazione regionale a fare visita, per la terza volta, all’interno delle mura della fortezza spagnola per verificare le condizioni di vita dei reclusi. Lo scorso dicembre la situazione era piuttosto pesante, con un carcere acefalo nel quale si avvicendavano continuamente direttori e comandanti degli agenti di custodia. Adesso il carcere ha un direttore a tempo pieno, il Dott. Tortorella, e il comandante Munno in pianta stabile, che garantiscono una più solida base dalla quale partire per rilanciare le attività e i progetti per i detenuti. Il consigliere regionale Barbagli, in conferenza stampa nel pomeriggio del 12 marzo, appare più ottimista: “Adesso partiamo da un segnale di continuità, abbiamo interlocutori che non cambiano ad ogni visita, da qui ci muoveremo per avanzare le nostre proposte.” Il punto che più sta a cuore agli esponenti di Rifondazione è che si recuperi la logica di Casa di Reclusione dividendo i reparti in base alla lunghezza della pena, per evitare che la promiscuità tra brevi e lunghe detenzioni non crei l’impossibilità di gestire progetti di più ampio respiro. Il lavoro è infatti l’altro grande tema per il quale Rifondazione ha in serbo diverse soluzioni, in primo luogo incentivare le lavorazioni della falegnameria, della tipografia, del laboratorio informatico, facendo arrivare anche maestranze da fuori in grado di formare gli operatori. “I macchinari ci sono ed anche in buone condizioni, mancano le commesse. Facciamo perciò soprattutto appello agli enti pubblici perché affidino al carcere sempre più ordinazioni. Anzi vogliamo lanciare una provocazione – aggiunge Barbagli – visto che siamo in campagna elettorale i partiti per primi dovrebbero commissionare all’interno di Forte S. Giacomo i loro manifesti.” Rifondazione si è adoperata anche per il rinnovo dell’appalto da parte della Cooperativa sociale S. Giacomo per la gestione del servizio di ristorazione a Pianosa, e Barbagli si è impegnato personalmente per far arrivare 11 nuovi pc nel laboratorio informatico. Ancora da completare gli organici: servirebbero molti altri agenti di custodia, carenti di decine di unità. Inadeguato anche il numero degli educatori che dovrebbero essere almeno in 9 per una popolazione di 370 detenuti. In questo momento invece uno soltanto è in servizio, oberato, come è facile pensare, da una mole insostenibile di lavoro. La mancanza di educatori, oltre che alla latitanza del necessario supporto psicologico, porta a tutta una serie di ritardi nel disbrigo delle pratiche per cui spesso i detenuti non possono neppure godere dei benefici dalla legge Gozzini. Martino Lanzi esponente di Rifondazione dell' isola d'Elba, responsabile dei rapporti con il carcere, ha annunciato anche la prossima apertura della biblioteca ed il varo del progetto dei gruppi di lettura e commento di testi. Anche la prestigiosa rivista “La grande promessa” riprenderà le pubblicazioni sospese ormai da alcuni anni. La Casa di Reclusione di Porto Azzurro adesso che ha una testa deve però ricominciare a pensare la strada per attuare pienamente il dettato costituzionale che intende la pena come un periodo di recupero del detenuto attraverso il lavoro, la scuola, le attività culturali, e che non deve gravare sulle sue condizioni precarie con ulteriori gratuite difficoltà. L’appuntamento con la delegazione regionale di Rifondazione è per il prossimo 15 giugno: “Non ritorniamo con lo spirito degli ispettori - ha concluso il consigliere Barbagli- ma con quello di una forza politica che offre la propria collaborazione".


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