Non possiamo che apprezzare per la loro chiarezza imprenditoriale quanto detto dal direttore generale della Coni Servizi in merito alle miniere elbane ( Il Tirreno,13,3.04). Quando detto,in estrema sintesi,può essere così riassunto: 1) Il governo ha trasferito alla Coni servizi , per garantire “..l’autonomia dello sport..” (sic) il compendio minerario elbano valutato attorno a 86 milioni di euro. 2) A noi non interessano le miniere interessano gli 86 milioni e lasciamo al Demanio l’incarico di venderli aspettando di “…incassare questa cifra”.3) Per quanto riguarda i costi di manutenzione e sorveglianza “..non cambia niente.” ( in altre parole continua a pagarli il demanio ?) poiché “…siamo figli dello stesso padre.” Parole che confermano in pieno quanto prospettato da molti in accordo con i dettati del decreto di trasferimento del 3.3.04. Ma da allora sono avvenuti alcuni fatti da non trascurare. Grazie ai media locali e nazionali sulle vicende delle miniere elbane si è sviluppata una grande attenzione da parte della opinione pubblica. Il mondo scientifico nazionale ed internazionale: docenti e ricercatori di tutte le università italiane e di prestigiose università europee, associazioni scientifiche internazionali, presidenti di istituzioni di ricerca di eccellenza,Accademici dei Lincei;la Regione Toscana ,che è pronta ad esercitare il diritto di prelazione, la Provincia di Livorno, Comuni ( il Sindaco di Rio Elba si è rivolto al Presidente della Repubblica), Parco minerario, Parlamentari, Legambiente, associazioni culturali e civili, forze politiche, sindacati e migliaia di donne e di uomini della società civile hanno fatto sentire la loro voce per salvaguardare e tutelare un patrimonio culturale ed ambientale del territorio e dell’umanità.Un patrimonio la cui tutela ,riqualificazione e valorizzazione sostenibile fu a suo tempo ( Palazzo Chigi,10.1.2000) solennemente sancito dalla Repubblica Italiana. Un accordo opportunamente ricordato dallo stesso Ministro per l’ambiente Altero Matteoli nel febbraio del 2002 ( Il Tirreno,10.2.02). Un punto qualificante dell’accordo riguarda il fatto che il demanio era impegnanto a investire nel comprensorio minerario quanto ricavato dalla vendita dei beni privi di interesse storico-ambientale. Il compendio minerario è inserito per la stragrande maggioranza nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Vi sono leggi e regolamenti che regolano la gestione del territorio nelle aree protette e vi sono i piani strutturali ed i regolamenti dei Comuni. Può essere che in una visione “ imprenditoriale creativa “ di tenti di bypassare leggi e regolamenti,comunque data la grande risonanza assunta dalla questione nella opinioni pubblica elbana, nazionale ed internazionale è ragionevole ritenere che un momento di riflessione si imponga a coloro che hanno responsabilità politiche di indirizzo e controllo. Nell’intera vicenda si inseriscono poi due altri aspetti non trascurabili, quello che riguarda il vincolo storico-archeologico e quello inerente gli interventi di bonifica idrogeologica e geochimica. La Soprintendenza, con encomiabile iniziativa, ha attivato le procedure per il compendio minerario così come per Pianosa, per porre gli idonei vincoli ai beni di rilevanza archeologica, che in un’area in cui si ritrovano vestigia dai periodi classici all’epoca industriale è ragionevole ritenere che non siano poche. I recenti dati dell’ARPAT ( il Tirreno 13.3.04) documentano che varie aree del compendio minerario sono caratterizzate da marcate anomalie , bene sopra ai limiti di legge , di elementi tossici e nocivi ( metalli pesanti,arsenico). Non dobbiamo fare allarmismi, ma il territorio deve essere monitorato e bonificato.Anche qui la legge è abbastanza chiara.In primis paga chi gode della proprietà ,vuoi che sia il Demanio, la Coni servizi o gli eventuali acquirenti privati . In questo quadro oltre agli indubbi aspetti culturali e politici credo proprio che anche dal punto di vista finanziario non sia stato troppo opportuno usare le miniere elbane per “…far nascere senza essere travolta dai debiti la Coni servizi “ cone detto dal suo direttore generale. Il patrimonio culturale ed ambientale delle miniere elbane appartiene al Mondo e a coloro che di generazione in generazione le hanno coltivate con un duro lavoro fatto di amore e tanta fatica, e che oggi ,in nome e per conto delle future generazioni, vogliono tutelarle e valorizzarle economicamente in termini di sostenibilità e di turismo di qualità.
miniera 1 laghetto