Carissimo Presidente, Il patrimonio del territorio elbano, interessato fino ad una ventina di anni fa all’escavazione del ferro, ha un valore strategico unico e straordinario sia dal punto di vista storico che ambientale che non può essere certo dimenticato o non considerato. Da millenni le miniere di ferro dell’Isola d’Elba "inexhaustis calybum, generosa metallis", come le definì Virgilio nell’Eneide, hanno rappresentato l’unica forma di ricchezza di tutta l’isola, rendendola un elemento strategico di tutto il Mediterraneo. I giacimenti di minerale hanno trasformato la nostra isola in un punto di incontro di culture e civiltà da più di 4 mila anni e sono l’elemento dominante della nostra storia, della nostra identità, del nostro lavoro. Rio nell’Elba, Rio Marina, Capoliveri, Porto Azzurro hanno tratto vita e alimento dall’escavazione; a Portoferraio, centro naturale dell’isola, si è costruito il primo altoforno in Italia per la fusione del minerale elbano. Dopo la chiusura, avvenuta definitivamente nel 1981, è stata costituita una Società Parco Minerario per la valorizzazione storica e scientifica di questo immenso patrimonio che in alcune sue parti è ancora considerato risorsa strategica per lo stato. Nel 2000 a Palazzo Chigi è stato firmato un protocollo che prevedeva non solo la tutela, ma una giusta valorizzazione del territorio, esaltandone le particolarità e tutelandone le straordinarie caratteristiche ambientali. Vogliamo rilevare che le centinaia di ettari che costituiscono questo patrimonio sono nella gran parte macchia mediterranea che, arrivando fino al mare, ha permesso che interi tratti della costa orientale dell’isola rimanessero un vero e proprio parco naturale. Ora, con una decisione almeno all’apparenza improvvisa e non concordata, si è deciso di mettere in vendita questo territorio come se fosse una semplice proprietà privata e non come il patrimonio personale e collettivo di tutti noi Elbani, ma anche Toscani, ma anche Italiani. Il Prof. Giuseppe Tanelli, geologo dell’Università di Firenze e primo Presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, ha lanciato un appello che in pochissimi giorni ha raccolto centinaia di firme del mondo scientifico e culturale e che sta ricevendo adesioni ormai in tutta Europa. Questo ci dimostra che le miniere sono un patrimonio non solo per noi riesi, che per innumerevoli generazioni abbiamo versato sudore e sangue armati solo di piccone, ma rappresentano un patrimonio e una risorsa per tutti e di tutti. Per questo ci permettiamo di rivolgerci a Lei, come custode e garante dei nostri diritti di cittadini perché intervenga nei confronti del governo per recedere da questa sciagurata proposta. Questi terreni rappresentano la nostra storia, la nostra vita, sono un investimento per il nostro futuro; le miniere appartengono a noi, alle nostre comunità. Non accetteremo la loro frammentazione e peggio ancora la loro trasformazione ad altra vocazione urbanistica. Per tutte queste ragioni, Le chiediamo un incontro per meglio rappresentarLe la situazione ed un intervento concreto presso il governo perché riveda questa decisione che viviamo come un’espropriazione della nostra storia, della nostra vita, della nostra identità, del nostro futuro. Confidando in Lei, porgiamo i nostri più sentiti saluti
Ciampi quadro