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Non facciamo una battaglia ideologica sulla pelle dei tossicodipendenti

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 15 gennaio 2004

Non è nostro costume replicare alle risposte che altri danno ad argomenti da noi sollevati: riteniamo infatti i lettori liberi e già in grado di farsi un'opinione soppesando i diversi e legittimi punti di vista. L' argomento è quello delle droghe, per noi anche quelle legali come l' alcool, il tabacco e gli psicofarmaci, per la Legge Fini soprattutto le altre, mettendo in un unico fascio le leggere come le pesanti. Quando gli antiproibizionisti ( e non solo ) sostengono che i derivati dalla canapa non fanno male, non ignorano l' effetto psicoattivo della sostanza e si riferiscono ovviamente ad un uso limitato e tenuto sotto controllo dal consumatore ( così come succede con il vino, ad esempio ) . Personalmente penso che la proposta di legge alternativa proposta dal centrosinistra, operatori pubblici e privati, basata sul concetto " dal penale al sociale" e della "riduzione del danno" sia giusta e migliorabile su un punto: quello di fissare -indicare la maggiore età come condizione per l' uso delle sostante leggere liberalizzate in via sperimentale ( legale o 'morale', così come avviene con i minorenni rispetto alle sigarette o all' alcool ) La differenziazione tra leggere e pesanti non la facciamo per sollecitarne il consumo: prendiamo atto che sono milioni i consumatori che nella loro pratica soggettiva hanno riscontrato più benefici che danno e quindi fumano per i motivi più disparati, e ci preoccupiamo di una legge che potrebbe far diventare milioni di persone oneste, dei criminali da un momento all' altro. Anche in Olanda pensano che la droga sia " un flagello che non ammette indulgenze" , come recita il Vicepresidente del Consiglio Regionale Leopoldo Provenzali, ma si sono accorti - dati ufficiali - che rendendo legali i derivati della cannabis calavano di molto i consumatori delle droghe pesanti ( 1,6 per mille contro il 3 per mille italiano o il 5 elbano ). Quindi, caro Provenzali, in merito alla Sua affermazione a pag 5 dell'ultimo Lisola , che occorre essere " senza indulgenze per la distinzione tra droghe leggere e pesanti, là dove è scientificamente dimostrato che le prime sono propedeutiche all' assunzione delle seconde", le chiedo di citare le fonti scientifiche dalle quali ha tratto tali opinabilissime affermazioni,e Le ricordo che: 1) I dati dell' Osservatorio della Comunità Europea stimano in Italia 4 milioni di consumatori di derivati della cannabis e in 300.000 quelli da droghe pesanti, smentendo quindi nei fatti il collegamento 'propedeutico'. 2) Se io o Lei ( che immagino non sia astemio ) diventassimo un giorno alcoolisti, non sarebbe certo per il bicchiere di vino - sostanza psicotropa - consumato a pasto, o per l' aperitivo serale, ma evidentemente i motivi sarebbero altri . 3) L' illegalità di tutte le sostanze le mette in " unico negozio" , aumentando così le possibilità di passaggio dal leggero al pesante ( se i superalcoolici in discoteca non ci sono, mi 'faccio' la solita birra...). 4) Quando l' Organizzazione Mondiale della Sanità descrive la tossicodipendenza una malattia, suggerisce che non ha senso ha affrontarla con le punizioni. Non pretendo di convincerla, ma la invito a non trattare ideologicamente un problema come la droga che, proprio perchè riguarda la vita di centinaia di migliaia di persone non può essere giocato sul facile consenso : non a caso la grande maggioranza degli operatori privati e pubblici , da anni quotidianamente in prima fila contro la tossicodipendenza, avversano per motivi pratici la legge Fini. Nel mentre ci dividiamo civilmente sulle leggi, possiamo però, assieme, adoperarci all' Elba per progetti di prevenzione primaria rivolti ad adolescenti e giovani che sono tanti e con pochi servizi .. Ci vogliamo provare ? Cordiali saluti


marijuana cannabis

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