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Controcopertina - Legambiente: Capo d'Arco, c'erano una volta degli abusi ..

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : domenica, 12 giugno 2005

La zona montuosa di Capo d’Arco, all’Elba, nel Comune di Rio Marina fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, ma la striscia costiera, di proprietà della Immobiliare Capo d’Arco, che occupa un esclusivo condominio/villaggio turistico, è fuori dal Parco, e un’Immobiliare vi ha costruito prima alcune ville, poi un residence (la costruzione era iniziata come insediamento alberghiero, poi a seguito di variante chiesta in corso d’opera è diventata un grande condominio), poi altre unità di ridottissime dimensioni, e in ultimo ha “ristrutturato” la grande costruzione detta il Cantinone, ma rispetto ai 12 appartamenti concessi dal Comune ed autorizzati dal Parco Nazionale ce ne sono scappati 19, è arrivato il Corpo Forestale dello Stato ed ha sequestrato tutto, scoprendo che anche il restauro esterno non era conforme a concessioni e nulla-osta. La vicenda si sta trascinando tra denunce e ricorsi al TAR. Ma qualcosa di strano è successo anche sulla costa, dopo la segnalazione di LEGAMBIENTE che nel 2001, nel suo dossier “Mare in Gabbia”, citava Capo d’Arco come “il caso più eclatante di privatizzazione della costa elbana” la Capitaneria di Porto di Portoferraio e l’Ufficio Marittimo di Rio Marina nel dicembre 2002 effettuarono un blitz sulla costa e sulla minuscola spiaggia del Brigantino, “verificando la presenza di abusi sul demanio marittimo e nella fascia di rispetto di 30 m.” e segnalarono all’Autorità Giudiziaria difficoltà di accesso alla spiaggia e piazzole in cemento e porfido, scalinate, manufatti abusivi in pietra, una tavola calda e un bar in zona di rispetto, contestando la violazione dell’art. 734 del codice penale “deturpamento di bellezze naturali”. Ma in questi giorni proprio Capo d’Arco sta per subire una nuova colata di cemento: inizialmente erano previsti 13.000 metri cubi di nuove costruzioni divise tre comparti, Il tutto in base ad un Piano Particolareggiato di Interesse Privato presentato dal “Comprensorio Turistico di Capo d’Arco s.p.a.”, frutto del Piano Regolatore approvato nel 1995 dal centro-sinistra, che aveva qualche problema di applicazione. A sbloccare la situazione ci pensa il Commissario Prefettizio – il Comune di Rio Marina, dopo le dimissioni della Giunta di centro-sinistra, era allora commissariato dal VicePrefetto Pesce - che Il 14 aprile 2001, con una delle ultime delibere della sua Amministrazione Commissariale, approva la colata di cemento. E’ abbastanza inquietante sapere che una grossa operazione immobiliare è stata discretamente e velocemente trattata dall’ex Prefetto di Isernia, allora vice del Prefetto di Livorno Gallitto e da questi nominato Commissario a Rio; all’epoca Pesce intratteneva strette relazioni con il defunto l’ingegner Coppetelli – un altro dei protagonisti di “Elbopoli” -, tanto da nominarlo consulente del Comune per l’urbanistica. E’ inquietante perché oggi Pesce, Gallitto ed altri sono stati rinviati a giudizio per gli scandali edilizi elbani che prendono spunto anche da vicende che riguardano il Comune di Rio Marina Nonostante tutto questo, il 19 aprile del 2002, il Comune di Rio Marina approva un Piano Particolareggiato di Iniziativa Privata che prevedeva la costruzione di 13.000.000 metri cubi a Capo d’Arco. LEGAMBIENTE denuncia la speculazione, quantificandola in circa 80 nuovi villini. Ma la delibera comunale non ha vita facile e, a seguito dei ricorsi presentati al T.A.R. della Toscana da alcuni privati, la nuova Amministrazione Comunale retta dal Senatore/Sottosegretario Bosi, ha annullato il Piano privato e al fine di “pervenire ad un rapido completamento della sua edificazione” trasformandolo in Piano Particolareggiato di Iniziativa Pubblica. Ma il Piano approvato, che trasforma con colpo di bacchetta magica un corposissimo interesse privato in interesse pubblico, riserva qualche altra sorpresa. Nei giorni scorsi il Consiglio Comunale di Rio Marina ha infatti approvato – con il voto contrario della Minoranza – un Piano di Iniziativa Pubblica che fa ai privati di Capo d’Arco nuovi regali e alle vecchie previsioni si aggiungono 2 nuovi comparti: uno sulla costa - proprio dove la Capitaneria ha riscontrato abusi ed irregolarità - che prevede la realizzazione di 1.000 metri cubi di servizi attrezzati per la balneazione, l’altro, sembrerebbe nel territorio protetto dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che prevede la realizzazione di attrezzature sportive. Siamo così ad oltre 14.000 metri cubi di nuovo cemento ai quali si potrebbero aggiungere i 15.000 di strutture alberghiere previsti nel nuovo Piano Strutturale! Sembra quasi un premio agli abusi realizzati. Una parte della prevista lottizzazione rientra nel perimetro del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che dovrà dare il nulla osta. L’interpretazione data dal Comune, che si può costruire liberamente sino al limite del Parco, non sembra la più corretta, anche in relazione al DPR istitutivo. Chiediamo al Parco Nazionale di analizzare l’impatto ambientale di questa colossale speculazione nella sua interezza. C’è poi un grosso problema che è stato totalmente taciuto: l’acqua potabile, che già nella situazione attuale è grave e diventa drammatico in agosto. Come pensa il Comune di Rio Marina di soddisfare tale primaria necessità se ritiene addirittura la realizzazione di questa colata di cemento di “Interesse Pubblico”? L’utilità pubblica delle nuove costruzioni è difficilmente spiegabile: 1) Non serviranno a risolvere il problema abitativo dei riesi, visto che il prezzo di acquisto delle nuove unità realizzate al Cantinone – abusive o legali - è di circa euro 5.000,00 al metro quadrato, gli 80 villini e i servizi magnanimamente aggiunti saranno case di vacanza, abitate uno o due mesi all’anno; a questo proposito ricordiamo al Sindaco Bosi la sua dichiarazione nel Consiglio Comunale del 20.11.2004: “l’amministrazione ha ritenuto di non privilegiare u modello di sviluppo incentrato sull’economia delle seconde case; esso infatti comporta un ritorno al solo breve periodo estivo”, non si può certamente dire dalle parole ai fatti. 2) Gli oneri che il Comune ricaverà da questa strana trasmutazione da privato a pubblico, dovranno essere impiegati per realizzare le necessarie opere di urbanizzazione e costituiscono entrata una tantum a fronte di esborsi di manutenzione che continuano nel tempo. 3) Le attuali strade di collegamento nella stagione estiva sono collassate dal traffico e nel P.P. non risulta il tracciato di nuova reti stradale (risultano però nel Piano Strutturale strane strade per trekking e Mountain Bike che per dimensioni somigliano più a strade carrabili). 4) Capo d’Arco resterà un villaggio esclusivo e “chiuso” che gravita verso il più vicino Comune di Porto Azzurro e senza nessun rapporto con Rio Marina e le sue attività commerciali. Come si vede, i nuovi insediamenti previsti nel Comprensorio di Capo d’Arco con il Piano Particolareggiato di Iniziativa Pubblica, non perseguono alcun interesse pubblico e portano solo un enorme vantaggio economico per il soggetto privato che realizzerà la nuova cubatura residenziale, lo stesso che sta realizzando un altro villaggio esclusivo ai campi da Golf dell’Acquabona, nel Comune di Portoferraio e che ha realizzato al Cantinone di Capo d’Arco lavori abusivi ed attualmente sotto sequestro. E’ incredibile che un Comune appoggi così platealmente questa idea di “sviluppo” vecchia, pericolosa e superata, facendola passare addirittura come interesse pubblico.


capo arco scogliera

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