Anni fa ci raccontarono di una signora portoferraiese, nota per le sue battute di spirito (talvolta non esattamente inglesi) che lasciò questa valle di lacrime all'età di 96 anni, e che trovandosi all'ospedale a poche ore dal sereno trapasso, ad un congiunto che le chiedeva se aveva voglia di qualcosa (pensando magari di farle cosa gradita con uno dei soliti "pensierini" che si hanno per gli infermi) rispose: "Eh sì, averei anco voglia di fammi una caletta co' un bel ragazzo, però ho idea di 'un esse' tanto pe' la quale, 'un so' ne' mi' cenci!". Il medesimo congiunto (a dimostrazione che il sangue non è acqua) si distinse a sua volta poco dopo, quando il Parroco con la faccia mesta gli annunciò la dipartita "E' volata fra gli angeli ..." ghignando in maniera un po' blasfema: "Eh no padre, si vede che non la conosce, quella è già lì a letica' con San Pietro e ni dice: "Fammi parla' col Principale che te 'un mi rappresenti una sega niente!" Non vorremmo fare l'elogio del tempo che fu, anche perché gratta-gratta, sotto le stratificazioni d'imbecillità mediasetica, sotto la pancetta da quadrino troppo facile, sotto i vestiti firmati, siamo convinti che gli elbani siano fondamentalmente gli stessi, ma sostanzialmente di questi tempi quello che più ci manca é lo spirito critico acre pungente, esercitato da tutti contro tutti, poichè era l'incombere della presa di culo come una Spada di Damocle sulla testa di chiunque che rendeva la vita molto attenta, e finiva per istigare all'autocontrollo, perchè chi era pronto ad incicciarti stava perennemente in agguato. L'alternativa per non stare troppo in apprensione era quella di accettare i propri difetti, le proprie debolezze prendendo tutti in contropiede, dedicando con uguale dispendio di energie ad ironizzare su se stessi quanto sugli altri, ed anche quella era una bella scuola. Può sembrare strano ma tutto ciò era strettamente legato ad una serie di principi abbastanza "austeri", un nullafacente che vive di espedienti ad esempio, oggi lo si può vedere anche come un furbo, allora era un "vagabondo" a cui, ogni tanto, qualcuno urlava: "Mangiapane a tradimento ..a la paiola!" (trad. "Deh vanne ove si usa trasportar quei pesanti recipienti in ferro ricolmi di calce, che paiole appunto si chiamano, e presta la tua manuale opera acciocché il cibo di cui ti nutri possa dirsi guadagnato). Nella stessa maniera uno che si espone, si propone in un ruolo e si compiace di sé medesimo senza avere in realtà consistenza, meriti, numeri ma semplicemente sfrontatezza, oggi può far carriera e diventare persino capo del governo, allora uno così correva il rischio di sentirsi gridare "Asciugati!" la cui spiegazione, complessa e vietata ai minori, sarebbe: "Sei tanto narcisista che parlando di quel che fai e di quel che credi essere hai avuto un orgasmo, nettati orsù del liquido seminale che ti sei sparso addosso!". Asciugati appunto. Bene, abbiamo da rivelare una cosa. Qualche settimana fa eravamo andati ad assistere ad una seduta del consiglio comunale sul cui verbale sta scritta una delle pagine più vergognose della storia amministrativa di Portoferraio. Dopo esserci indignati, incazzati come iene con quegli undici tizi senza qualità, che svendevano un pezzo di storia della nostra città, uscendo da quell'aula li abbiamo tutti fissati, uno per uno, negli occhi, sperando che qualcuno si vergognasse, ce lo eravamo ripromessi. Solo che mentre lo facevamo ci è scappata una risata, qualche altro spettatore se n'è accorto e ci ha chiesto perchè, ma era troppo lungo da spiegare; è che scorrendoli mentalmente dicevamo: "Alla paiola, alla paiola, asciugati, asciugati, alla paiola, asciugati ..."