Che a livello generale ci sia una “crisi della politica e della democrazia”, come dice Romano Prodi, una “politica perduta”, come sostiene Marco Revelli, o addirittura una “postdemocrazia” dove contano soprattutto le aziende, come argomenta Colin Crouch, è ormai un fatto scontato, che anche a livello locale produce i suoi effetti negativi in termini di divisioni, lotte di potere, rincorsa di interessi forti, distorsione mediatiche, ecc. Eppure il livello locale è anche quello da cui può ripartire una vera cultura politica, basata sulla partecipazione e sull’integrazione tra vecchi soggetti politici afflitti da vari sintomi (di democrazia interna, di rappresentatività, di linguaggio, ecc.), che vanno curati prima che sia troppo tardi, e nuove forme di impegno e di aggregazione. In vista delle prossime elezioni amministrative anche in Val di Cornia vediamo da un lato il solito lavorio dei partiti, più vecchio stile che mai, fatto di contatti tra segreterie, accordi, proposte verticistiche e partecipazione soltanto rituale; dall’altro assistiamo al sorgere di voci e di pratiche nuove alla ricerca di una democrazia partecipativa: quanto sta accadendo a Suvereto, dove si è insediata una vasta assemblea programmatica, a Piombino, dove il Social Forum ha lanciato l’idea di un tavolo permanente sul programma per governare la città, a San Vincenzo, dove un gruppo di persone ha proposto di lasciare da parte nomi e poltrone per concentrare l’attenzione sugli obiettivi e i contenuti, sono tutte cose che devono essere alimentate e valorizzate. Sottovalutare queste tendenze sarebbe oggi miope e controproducente, per gli stessi partiti che a volte mostrano verso tali forme sdegno e irritazione (come per esempio hanno fatto i ds di Suvereto, che rompono con il Sindaco reo - secondo loro - di aver dato alla propria comunità una più ampia e reale occasione di partecipazione), vedendole erroneamente come fumo negli occhi, come sede dell’antipartito e che, invece, possono essere linfa vitale per la rinascita della politica e della democrazia di base.
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