Tra le 1500 e le 2000 persone all’ Elba fumano marijuana: è questo il dato statistico che si ricava, per semplice proporzione, dal dato ufficiale fornito dall’ Osservatorio specializzato della Comunità Europea, e cioè che In Italia sono 4 milioni le persone che utilizzano i derivati della pianta di canapa. (Guido Blumir 2002). Migliaia di drogati illegali all’ Elba? Evidentemente no, ma che potrebbero diventarlo per legge tra breve. In gennaio infatti è previsto il ritorno in Parlamento della cosiddetta Legge Fini che, preparata da due anni di menzogne e clamorosi falsi scientifici, si appresta a metter sullo stesso piano i derivati della cannabis sativa o indica con le vere droghe pesanti. La sera dell’ 8 gennaio (ore 21), nella sala della Provincia a Portoferraio, I Verdi discuteranno quindi di legge sulla droga e di disagio sociale, con il Parlamentare Paolo Cento, la Comunità Exodus, lo psicologo Giancarlo Gasparini. Agli inizi del secolo scorso, nelle farmacie italiane (o americane), per curare ulcera o mal di testa si poteva chiedere “un estratto di cannabis indica”. La canapa è stata usata per secoli nella medicina di diverse culture in ogni parte del globo e il suo utilizzo, in particolare come analgesico ed anticonvulsivo, è stato raccomandato tra il 1840 e il 1900 soprattutto perché ‘assolutamente sicuro’, con ricadute positive quali ‘ritorno dell’ appetito e sonno fisiologico’. Negli ultimi anni diversi medici la stanno riutilizzando per usi terapeutici. Una droga? Come l’alcool, le sigarette, il caffè o il sonnifero. Si può chiamare droga una pianta utilizzata da 15 milioni di europei, con effetti di assuefazione, dipendenza psichica, rischio di abuso, aumento delle dosi, effetti nocivi a breve e lungo termine, minori di quelli dell’ alcool, minori o uguali a quelli di caffè e sigarette? Ma, al di là dei termini, che senso ha fare “di tutte le erbe un fascio”, come prevede la proposta di legge dell’ On Fini, che ri-prevede quella punibilità dei consumatori cancellata dal popolo italiano (con oltre il 54% ) nel Referendum del 1993 ? Certo, se la quantità consentita per uso personale fosse quella della legislazione americana, al di là dell’ ipocrisia, non cambierebbe quasi nulla, ma se fossero applicati i minimi previsti dalla legge Fini, sarebbe un disastro. Molti sono gli operatori, pubblici e privati , impegnati sul fronte del disagio e della riduzione del danno: ascoltare la loro esperienza diretta potrà aiutare a fare scelte più sagge. Premesso che come tutte per le sostanze, è questione di misura, e quindi di rispetto di sé, riteniamo sbagliata la Legge che verrà ridiscussa con l’ anno nuovo perché: 1) mette assieme , in un ‘unico negozio’ ciò che non fa male ( o molto meno, per quelli che non lo pensano ) con ciò che fa male, le droghe pesanti. 2) Sposta l’ attenzione dall’ abuso di droghe diffusissime come alcool e sigarette che sono il vero problema, producendo migliaia di morti, danni fisici e sociali enormi. 3) Cade in una logica proibizionista che, storicamente, ha peggiorato la situazione anziché risolverla, regalando nuovi traffici alla criminalità organizzata 4) Distoglierebbe da compiti ben più necessari le forze dell’ ordine , intasando i tribunali di migliaia di processi ideologici sul nulla. 5) Rischia di divenire uno strumento di controllo sociale e di ricatto per un’ area culturale, sociale e politica ampia.
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