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Sul "vento di prua" per la residenza psichiatrica marinese

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 02 dicembre 2003

Leggo da alcuni giorni sul vostro giornale il problema che si sta creando nel comune di Marciana Marina a proposito del progetto di una residenza sul territorio elbano. Mi è sembrato di capire che ci sia un disagio da parte del consigliere di maggioranza e del parroco. L’amore è la capacità di avvertire che queste persone con diagnosi psichiatriche non sono un pericolo verso le persone, né verso l’immagine del paese, visto che Portoferraio già convive con un centro Diurno. Anzi la realizzazione di un progetto simile è indice di civiltà e responsabilità sociale. In questi giorni la regione Toscana promuove una conferenza per i disabili ed una serie di iniziative connesse nei vari paesi della regione, probabilmente si parlerà dell’emarginazione, delle difficoltà di integrazione e dell’atteggiamento ghettizzante che si perpetua nei confronti delle persone diversamente abili e dei loro bisogni, chissà se si parlerà delle scelte di quelle persone che devono garantire la tutela del cittadino e coltivare l’anima con il nutrimento della carità della accoglienza e della condivisione dei beni materiali e che invece mettono le mani avanti in uno scaricarsi responsabilità, come se il partecipare alla realizzazione di questo progetto fosse una vergogna o un atto scorretto nei confronti della popolazione. Coloro che hanno scritto gli articoli sul giornale sono tutte persone di cultura alle quali non resterà difficile comprendere il bisogno delle famiglie, e delle persone affette da tale patologia, di avere un sostegno da parte di persone qualificate in strutture idonee e soprattutto averle in loco non è cosa da poco. Stereotipi e pregiudizi sembrano essere i cardini culturali di questi uomini che credono gli anziani ed i bambini categorie degne di spazi, di attività ricreative e di sostegno, mentre le persone con problemi di salute mentale, o con altri tipi di problemi, adatte ad essere collocate in spazi meno centrali rispetto ai luoghi vissuti dalla comunità, possibilmente dove non si sentono e non si vedono. (l’idea che possano convivere è così assurda?) Mi auguro che emerga una sensibilità che va oltre a quella dimostrata da certi uomini di potere, la sensibilità della gente comune di chi con questa realtà convive quotidianamente e di chi non ha bisogno di vivere sulla propria pelle le esperienze per comprendere ed essere attivi per il miglioramento della qualità della vita di ogni essere umano.


marciana marina dall alto

marciana marina dall alto