Ci eravamo appena chiesti se c’è una politica per i parchi e le aree protette aspettandoci una risposta del ministro Clini che chiudesse finalmente il capitolo rovinoso del ministro Prestigiacomo. Leggiamo ora l’intervista di Clini a Panorama e apprendiamo che i parchi senza soldi muoiono e sono inoltre gestiti come monumenti sebbene siano una cosa viva. E siccome soldi non ce ne sono la sua idea è ‘farci lavorare i giovani, ovviamente nel rispetto delle competenze di questi enti’. Si tratterebbe di una ‘privatizzazione mite’. Chiaro no? Che sciocchi i parchi a non averci pensato prima. Per la Prestigiacomo i parchi erano dei carrozzoni e dei poltronifici che dovevano essere privatizzati. Per Clini ministro più mite ma più ingegnoso serve invece un ‘welfare ambientale’ così gestendo le stesse competenze di un parco ma con i cassaintegrati e i precari si fa finalmente cassa e peggio per i parchi che non erano stati altrettanto bravi e ingegnosi. Perché non pensarci anche per le province? Non so cosa ne pensano i senatori che stanno trafficando confusamente con la nuova legge al senato ma se rileggono il testo che hanno partorito non dovrebbero faticare a trovare significative tracce della sorprendente sortita del nuovo ministro. Già loro avevano configurato un parco che deve procurarsi grana anche facendo cose per niente compatibili con le funzione proprie e chiare di un parco. Un parco un po’ accattone e battone che non guarda tanto per il sottile e fa buon viso a cattiva sorte. Il titolo dell’intervista di Clini ci aiuta peraltro a capire questa china imboccata ormai per i parchi; ‘Anche sull’ambiente non si può dire sempre no’. Un classico in nome del quale si sono compiuti i maggiori misfatti ambientali negli ultimi anni parchi inclusi. Sui parchi i no forti e chiari finora li ha detti il governo quello passato e purtroppo anche quello presente. Sono i si che mancano anche per colpa di chi è stato con le mani in mano aspettando la befana ministeriale. Visto cosa è stato messo nella calza sarebbe bene che fossero finalmente i parchi e le istituzioni a dire cosa vogliono per le aree protette. Via, a fare proposte meno strambe di quelle di Clini non ci vuole neppure tanto; basta rifarsi alla legge che troppi hanno considerato come l’art 18. Meglio cambiare registro e alla svelta.
prato foto beneforti