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A Sciambere della mancata livella

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 20 marzo 2012

Immaginiamo che su una grossa barca noleggiata da un gruppo di una cinquantina di tedeschi, o austriaci, o parigini o bergamaschi, per andarsene a zonzo per l’arcipelago accadesse una disgrazia, un urto su una secca, un incendio a bordo e cinque degli sfortunati turisti perdessero in qualche modo la vita. Sì non è una cosa molto carina da immaginare, ma immaginiamola ed immaginiamo cosa succederebbe a partire dall’interesse dei mezzi di comunicazione locali, nazionali ed oltre sull’accaduto. Frotte di inviati sul luogo della disgrazia fiumi di inchiostro, terabyte di immagini e pagine elettroniche sparate in rete, biografie individuali delle vittime, interviste a famiglie affrante, messaggi di cordoglio a ripetizione e via continuando. Della tragedia e dei suoi protagonisti avremmo saputo tutto Qualche giorno fa una barca di disperati ha fatto avaria nel canale di Sicilia, per fortuna (si fa per dire) a bordo di quella carretta c’era un telefono satellitare con il quale è stato lanciata la richiesta di aiuto, ma prima che giungessero i soccorsi in cinque erano già morti, crepati atrocemente di stenti e di freddo. O sì, la cosa è finita sui giornali e nei notiziari, ha perfino strappato un po’ di rilevanza, ma si deve tener conto che erano pure i primi “morti di stagione” la stagione delle migrazioni che riprende dopo la pausa invernale e che trascinerà altre frotte di disgraziati in quelle acque e che fatalmente, fisiologicamente, farà altre vittime. Tuttavia oltre che del loro primato stagionale di quei cinque sappiamo poco o niente: venivano da lontano ed essendo (forse) somali erano terribilmente “abbronzati”, punto. Il buon Totò si illudeva che la morte fosse una “livella” capace di spianare le differenze tra gli esseri umani, di accomunare finalmente tutti. Neppure lei ci riesce.


Clandestini immigranti

Clandestini immigranti