Stando alle cronache sono in corso un po’ in tutta Italia i rinnovi degli enti parco e dei presidenti dei parchi regionali e nazionali. Ci sono anche situazioni commissariate che in più d’un caso durano da tempo per ragioni diverse ma tutte accomunate da una evidente difficoltà a superarle correttamente. Nei parchi regionali anche storici non tutto fila liscio. Se in casi come San Rossore le nomine sono imminenti e non dovrebbero esserci sorprese, al Ticino si preannunciano già esclusioni e significative incertezze. Ho già accennato qualche giorno fa al caso del parco regionale ligure di MonteMarcello-Magra dove dopo una contrastata nomina del presidente e del consiglio dell’ente è andato tutto all’aria e ora si deve ripartire da capo. In altre regioni –penso al Lazio- oltre al braccio di ferro sulle nomine si assiste ad una vera manipolazione degli assetti e delle funzioni delle aree protette. Anche sul fronte dei parchi nazionali le nomine dei presidenti procedono più o meno lungo gli stessi binari. Non sempre insomma l’impressione che si ha è edificante riguardo i criteri di scelta che dovrebbero ispirarsi soprattutto alle competenze. A questo si aggiunge l’incertezza riguardante quelle gestioni commissariali dovute –ad esempio- come nel caso delle 5 Terre, a fatti che hanno riguardato la magistratura. Si tratta di un parco storico molto importante ora senza presidente e senza direttore passato da una gestione commissariale di diversi mesi affidata ad un dirigente del ministero dell’ambiente e poi ad un prefetto che a occhio e croce poco sa di certe faccende. Il mandato –a quanto mi risulta- sta per scadere e sarebbe bene quindi che il ministero procedesse finalmente d’intesa con la regione Liguria al ripristino della legalità affidando la gestione del parco ad un nuovo presidente e un nuovo consiglio dell’ente. Ho visto che tra il vecchio commissario e un assessore regionale ligure si è aperta proprio in questi giorni una polemica su alcune scelte del recente passato. Una ragione in più mi pare per riaffidare la gestione del parco a chi compete. Specie dopo le alluvioni che hanno investito rovinosamente anche quel territorio non serve protrarre oltre la gestione commissariale e affidare ad una regolare consiglio il compito di fronteggiare una situazione seria destinata altrimenti ad aggravarsi ulteriormente. Se le forze politiche e le rappresentanze istituzionali devono dare migliore prova di sé e delle loro responsabilità altrettanto deve fare il ministro Clini.
bosco fitto da Santa Lucia