Leggiamo che la Lega Nord ha chiesto l’intervento del ministro dell’ambiente Corrado Clini perché «L’area del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano non è segnalata a dovere». A presentare l’interrogazione è stato l’onorevole Angelo Alessandri, che è addirittura presidente della Commissione ambiente della Camera e che ha presentato l’interrogazione su segnalazione dei suoi amici elbani preoccupati perché i cacciatori non saprebbero (ad oltre 15 anni dalla sua istituzione!) quali sono i confini del parco. Peccato che i leghisti isolani non abbiano raccontato all’onorevole Alessandri, noto per aver profetizzato qualche anno fa l’imminente chiusura del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, che la tabellazione dei confini è stata abbattuta dai soliti vandali antiparco e presa di mira da attempati teppisti muniti di fucile. Ma quel che preoccupa è l’ignoranza in materia dell’onorevole leghista, essendo nota quella dei leghisti di scoglio in campo ambientale e di aree protette. Infatti, una recentissima sentenza della Suprema Corte di Cassazione mette definitivamente fine alle annose polemiche sulle perimetrazioni delle aree protette, spesso utilizzate da cacciatori, motocrossisti e altre persone che svolgono attività non consentite nei parchi di appellarsi contro sanzioni loro comminate: «In tema di tutela delle aree protette - dice la Corte - i parchi nazionali sono sottratti alla necessita di perimetrazione tabellare in quanto istituiti e delimitati con appositi provvedimenti, completi di tutte le indicazioni tecniche e topografiche necessarie per l'individuazione, la cui conoscenza è assicurata dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Ne consegue che non può considerarsi scusabile, a norma dell'art. 5 cod. pen., l'ignoranza colpevole circa l'esatta perimetrazione dell'area protetta, stante l’'irrilevanza del difetto di perimetrazione tabellare». L’ennesima sentenza è arrivata dopo che un cittadino di origine svizzera si era appellato contro una sentenza della Corte di appello di Bari che lo aveva condannato perché beccato a cacciare nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia. In primo grado l'imputato era addirittura stato assolto per "carenza dell'elemento psicologico", in quanto asseriva di non sapere di essere dentro un Parco perché non c'era la tabellazione perimetrale. Ma il giubilo di antiparco e cacciatori è durato pochissimo: i successivi ordini di giudizio, confermati dalla Suprema Corte di Cassazione, lo hanno condannato perché «E’ obbligo del cacciatore informarsi sui confini di un Parco Nazionale». Inoltre «I Parchi nazionali sono sottratti alla necessità di perimetrazione tabellare, in quanto istituiti con appositi provvedimenti completi di tutte le indicazioni tecniche e topografiche necessarie per l'individuazione, la cui conoscenza è assicurata dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale». Insomma, la legge non ammette ignoranza, nemmeno nel caso dei confini di un Parco e soprattutto da parte di onorevoli che ricoprono così importanti incarichi e di partiti che le leggi e le sentenze dovrebbero conoscerle.
Cartina elba parco caccia cinghiali