Una messa per ricordare don Sebastiano, a due mesi e mezzo dalla sua morte, il parroco dei detenuti, che ha speso la sua breve vita tra di loro. Una messa officiata dal vescovo Monsignor Santucci, proprio tra quelle mura del carcere che fino all’ultimo giorno della sua vita don Sebastiano ha oltrepassato per portare conforto a coloro che si trovavano reclusi. Con parole molto semplici e piene di affetto Monsignor Santucci ha ricordato l’uomo buono e deciso, pieno di energie nonostante la grave malattia, la sua posizione critica nei confronti delle carceri e la sua disarmante umana semplicità nell’aiutare i detenuti. Nella cappella spagnola all’interno del forte S. Giacomo insieme al Vescovo alla Direzione e agli agenti di custodia hanno ricordato don Sebastiano anche i volontari delle associazioni Dialogo e S. Vincenzo de’ Paoli e una rappresentanza di detenuti. Uno di loro così lo ha voluto ricordare: “Ero carcerato e mi siete venuti a trovare, ero ammalato e mi siete venuti a trovare. Chiunque faccia questo ad uno dei miei fratelli, lo fa a me. Tu don Sebastiano sei andato oltre, non solo hai fatto visite continue ai tuoi “Gesù abbandonati”, portando il calore della tua immensa umanità, del tuo grande amore per coloro che soffrono, essendo privati della Libertà, sino al tuo ultimo giorno della vita terrena, avendo parole di conforto per gli altri, per chi ai tuoi occhi soffriva di più e per questo necessitava delle tue parole, del tuo conforto, della tua vicinanza. Hai anche voluto distinguerti nel tuo modo di operare, nello stare vicino a coloro che la vita molto ha negato, ai poveri, ai clochard, ai tossicodipendenti, in poche parole ai reietti della società. Gli sei sempre stato d’aiuto, a nessuno hai mai negato la tua stretta di mano, il tuo sguardo diretto negli occhi che, nessuno lo può negare, giungeva al cuore.”
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