Legambiente esprime stupore per come il Sindaco di Portoferraio continui, contro il parere dei suoi cittadini, e contro ogni logica ad intestardirsi nel portare avanti il suo programma di svendita di una fetta del patrimonio pubblico di estrema importanza come le aree delle Ghiaie. Mettere in vendita un pezzo di Portoferraio, proprio davanti alla spiaggia bianca che ricorda il mito dello sbarco degli Argonauti alla ricerca del Vello d’Oro, è una scelta concettualmente scellerata anche sotto il profilo della gestione ambientale dell’area. Una cattiva imitazione delle pessime politiche di svendita del territorio e dei beni culturali a cui ci vorrebbe abituare il governo Berlusconi-Tremonti Alienare infatti, privatizzandola, una gran parte della fascia costiera tra una delle più belle spiagge elbane e l’unico giardino pubblico portoferraiese è una scelta scriteriata, di segno opposto rispetto a quelle che si stanno compiendo nei paesi civili, se non fosse altro perché taglia per sempre la possibilità di futuri interventi strutturali su una zona nevralgica e geologicamente dinamica come una spiaggia che in futuro tali esigenze potrebbe porre. Il piano Strutturale ed il Regolamento Urbanistico del Comune di Portoferraio sono così confusi, contraddittori, pieni di clamorose brutture ed errori che, anche nelle nostre lunghe e documentate 35 osservazioni al Regolamento Urbanistico, ci è purtroppo sfuggita questa ennesima “perla” contenuta e ben celata negli atti urbanistici comunali, consistente nello scorporo dal complesso “Villa delle Ghiaie” delle aree interessate alla vendita, la creazione di uno strano “francobollo” urbanistico che potrebbe rendere vendibile un patrimonio pubblico. Il comparto dei giardini e della spiaggia delle Ghiaie è da considerare a tutti gli effetti un “unicum”, ed è nel giusto chi propone una gestione integrata dell’area e delle strutture che vi insistono. Occorre andare, a parere di LEGAMBIENTE, in direzione esattamente opposta a quella imboccata dagli amministratori portoferraiesi, cioè alla piena riacquisizione delle aree alla pubblica disponibilità, e ad uno studio urbanistico particolareggiato che prefiguri l’uso pubblico, la ristrutturazione e l’abbattimento di barriere reticolati ed altri artificiosi ostacoli della intera fascia costiera che corre dal bastione Mediceo del Gronchetto all’inizio di Viale Einaudi. Intanto ci opponiamo con tutta la nostra decisione alla privatizzazione in discussione nel Consiglio Comunale di Mercoledì, facciamo appello alle coscienze di tutti i consiglieri comunali di ogni schieramento politico, perché evitino di compiere una forse irreparabile scelta di cui i portoferraiesi che verranno domani potrebbero chiedere loro conto. Ci appelliamo al Sindaco di Portoferraio perchè sospenda ogni decisione e riveda le sue scelte, ai cittadini portoferraiesi, alle associazioni ed ai comitati democratici, alle forze politiche, agli organi d’informazione perché con ogni mezzo civile e democratico si oppongano e levino alta la loro voce.
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