Il naufragio della Costa concordia all’Isola del Giglio mette tutto il Paese di fronte alla necessità del rispetto delle regole e delle norme che lo Stato Italiano si è dato, soprattutto per quanto riguarda le politiche ambientali. Come ha ricordato anche il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, se si prevedono forme di tutela del mare, in base a leggi nazionali, Direttive europee e accodi internazionali, queste vanno applicate e poi fatte rispettare. È esattamente quel che non sta accadendo nell’Arcipelago Toscano, dove l’Area marina protetta (AMP), pur prevista dalla legge 979 del lontano 1982 (Disposizioni per la difesa del mare), pur confermata dalla legge quadro 394 del 1991 (Aree protette) e da successive leggi e modifiche, non è mai stata istituita, per opposizione degli stessi localismi che pure sollecitano gli “inchini” rasenti alle coste che, se fosse stata approvata l’Area Marina Protetta al Giglio così come proposta dal ministero, sarebbero state in zona B dell’AMP. Nel 2012 l'Italia sarà chiamata a rispettare gli impegni presi a livello internazionale dal nostro Paese sull’ampliamento delle aree marine protette, quali l'istituzione immediata dell’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano là dove il mare protetto esiste già (Gorgona, Capraia, Pianosa, Montecristo e Giannutri), ma solo come vincoli consegnati al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano senza possibilità di un vero governo e zonazione di quei 600 km2 di mare. Chiediamo quindi al Ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, di riavviare subito l’iter istitutivo dell’Amp anche lungo le coste delle isole maggiori, Elba e Giglio, tenendo conto della loro antropizzazione e delle loro attività turistiche e della piccola pesca da valorizzare, ma anche del fatto che ormai la questione è già stata lungamente discussa e che ci sono tutti i presupposti per procedere velocemente con l’istituzione dell’Amp, superando il doppio e coincidente veto del localismo e dei grandi interessi (come quelli naufragati sugli isolotti delle Scole), che fino ad oggi hanno impedito di proteggere e valorizzare davvero uno dei mari più belli e più ricchi di biodiversità del Mediterraneo. L’altra questione irrisolta è quella del Santuario internazionale dei Mammiferi marini Pelagos: l’accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco per tutelare la grande area di circa 100.000 Km2 che ha al suo centro proprio l’Arcipelago Toscano e che dal 1999 dovrebbe tutelare i cetacei e l’altra fauna marina Del bacino Corso-ligure-provenzale. Un Santuario di carta, senza un vero governo e sottoposto quotidianamente a ogni tipo di abusi e rischi, come dimostra anche l’altra recente vicenda dello sversamento a mare di 200 bidoni con 45 tonnellate di sostanze tossiche al largo dell’Isola di Gorgona. Inoltre l’Arcipelago Toscano è in gran parte compreso in Zone di protezione speciale (Zps – Direttiva Ue Uccelli) e Siti di importanza comunitaria (Sic – Direttiva Habitat) dell’Unione europea ed è un’Importante bird area (Iba – Rete Natura 2000). È chiaro che questa complessa situazione ambientale ha bisogno di essere governata, così come è chiaro che il naufragio della Costa Concordia ha cambiato le carte in tavola, facendo chiaramente vedere quanto una situazione già complicata, con scarsi finanziamenti, enormi problematiche sul tappeto, ma anche significative opportunità non possa essere gestita con scelte di basso profilo. Dopo la scadenza del mandato quinquennale dell’ex Presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano Mario Tozzi, si è aperta una fase di incertezza, con un Direttivo del Parco ridotto all’osso per abbandoni e dimissioni, un’incertezza palpabile anche in queste ore della tragedia del Giglio, dove riemergono localismi e timidezze, avversità e disinformazione (addirittura dall’interno dello stesso Parco) che un Ente Parco in stato di emergenza non pare in grado di governare. Per questo chiediamo al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ed all’Assessore regionale all’Ambiente Annarita Bramerini di avviare subito le procedure per l’intesa sul nome del prossimo presidente del Parco Nazionale, per evitare anche un solo giorno di commissariamento in piena stagione turistica e mentre, probabilmente, si avrà ancora a che fare con gli strascichi del naufragio della Costa Concordia. La complicata situazione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, la necessità di rispettare le leggi e gli impegni presi per l’istituzione dell’Area marina protetta e di dare un governo e norme precise ed applicabili al Santuario dei Cetacei, non permettono scelte di basso profilo sulla nomina del Presidente del Parco, nomina che non può essere sottomessa al localismo deteriore e/o ai grandi interessi che collidono con la protezione dell’ambiente. Per l’Arcipelago Toscano non è più tempo di giochi politici, ne di accordi incrociati: le 7 isole della Toscana hanno bisogno di scelte chiare e coraggiose, hanno bisogno di un presidente capace, con competenze ambientali ed amministrative, e di un nuovo direttivo composto da personalità che conoscano sia la realtà delle isole che il loro immenso valore ambientale e di biodiversità e che sappiano valorizzarlo e difenderlo applicando le leggi della Repubblica, le Direttive europee e gli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia. Sebastiano Venneri, responsabile nazionale Mare di Legambiente Fausto Ferruzza, presidente regionale Legambiente Toscana
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