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Perché le primarie non sono una buona idea

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 05 novembre 2003

Mi pare doveroso verso tutti gli elettori elbani fare alcune considerazioni, sulla possibilità di attuazione di elezioni primarie per la scelta di un candidato. Attraverso la collaborazione di un "amico" italo americano, cercherò senza presunzione alcuna, di introdurvi in questo tipo di pre-elezioni, anche se in apparenza democratiche, a mio modesto parere inattuabili, poiché risulta estremamente difficoltoso garantire la legittimità e trasparenza sia della scelta dei candidati sia dello svolgimento delle stesse elezioni, se non con un sperpero di denaro e di energie fuori dalla portata di qualsiasi individuo presente sul nostro territorio. Va sottolineato inoltre, come anche e soprattutto il disgusto provocato per la politica, dall'arroganza di potere dei "vecchi personaggi" che propongono, o dei politici attualmente in carica, possa provocare ancor più l’allontanamento o meglio l’avvicinamento, per lo meno per due volte, degli elbani alle urne. Già nel primo messaggio del 21 ottobre (su Camminando), espressi perplessità sulle elezioni primarie e scrissi che “In politica, spesso, per ottenere un consenso elettorale si devono forzatamente proporre idee o iniziative che solo apparentemente appaiono a vantaggio ed a favore della popolazione”, come in questo caso. Oggi però, vorrei approfondire ancor di più l’argomento per dissuadervi da considerare percorribili, eventuali iniziative che hanno come unica finalità, quella di cercare con questo tipo di soluzioni solo mediatiche, di accentrare l’attenzione su personaggi che si prefiggono il solo scopo di riemergere dal baratro nel quale erano caduti e riciclarsi, raggirando il criterio di scelta che sino ad ora ha sempre contraddistinto l’individuazione del candidato. Evidentemente quel criterio di scelta rimane oggi inadeguato a certi personaggi che rimarrebbero fuori da “determinazioni” non avendo più in pugno la situazione della politica elbana. Il sostenere le primarie, solo per “qualcuno”, darebbe nuova veste di puri propugnatori della lealtà reggendo soluzioni solo in apparenza democratiche. Per dare lezione di umiltà e di apertura verso il nuovo nonché di genialità politica, potrebbe, chi così esaltato nel voler propinare questo tipo di iniziativa, con un bellissimo annuncio pubblicato a caratteri cubitali lasciare spazio a nuovi personaggi, che potranno garantire quella credibilità oramai persa ed il conseguente onesto svolgimento della difficile scelta dei nominativi da indicare per la prossima tornata elettorale. "Organizziamoci per una campagna di elezioni primarie" (strada piena di buche e di numerose insidie ovviamente da cercare di non percorrere) Considerazioni Introduttive - ELEZIONI PRIMARIE Ma che sono ste Primarie? Prima di tutte le chiacchiere che si son fatte sul soggetto negli ultimi anni, mi sembra che sistemi di elezioni primarie in Italia non sono mai esistiti (se non quelli interni di partito), quindi non sappiamo come possano svilupparsi le elezioni primarie in Italia fin quando ci lavoriamo sopra e creiamo in continuazione proposte di nuovi sistemi di elezioni primarie. Appare ovvio che dobbiamo far riferimento alle esperienze di altre nazioni democratiche e particolarmente quelle con sistema di governo basato su principi di vero federalismo. Ovviamente non si va alle primarie così, per caso. Prima bisogna: 1.organizzarsi per una campagna, che è la premessa per poi 2.sfidarsi nelle primarie con i rivali del proprio partito, di conseguenza questo scritto lo scorporiamo in due parti, a meno che, cammin facendo, non lo si debba spezzettare ulteriormente. ORGANIZZIAMOCI PER UNA CAMPAGNA. In USA, quando una persona decide di lanciarsi in lizza per la conquista di un posto politico di una certa levatura deve far tre cose per cominciare: 1.proporre ed iscrivere ("filing") il suo nome come candidato, 2.organizzare un corpo di assistenti di campo, 3.pianificare una strategia per la sua campagna di elezioni primarie. Per quanto riguarda il punto (1- "Filing") ci sono una serie di inderogabili prerequisiti già dettati dalla Costituzione: p.e. un candidato al Congresso deve avere al minimo 25 anni, deve essere stato un cittadino USA da almeno sette anni, e deve essere un residente nello Stato in cui si presenta all'elettorato. Un candidato al Senato USA deve avere al minimo trent'anni, deve essere un cittadino USA da almeno nove anni ed anch'egli un residente dello Stato in cui concorre. Per i Governatori di stato ci sono regole dettate da ciascun stato. Il candidato a Presidente USA deve avere almeno 35 anni, deve essere un cittadino nato ("natural-born citizen"), ed infine deve aver vissuto negli USA per almeno 14 anni. Per fare il "Filing" oltre ai prerequisiti dettati dallo statuto, ogni stato ha le sue regole. In alcuni un certo numero di firme sono necessarie, (forse mille o duemila). In altri casi il numero di firme può essere una percentuale dei "registered voters", e cioè una percentuale di quegli elettori che si sono registrati presso il "Board of Elections" come simpatizzanti/aderenti di un certo partito. Ovviamente solo questi hanno il diritto a partecipare alle elezioni primarie del proprio partito onde evitare brogli elettorali all'interno del partito stesso. In altri casi, il candidato/a è proposto in lista dal partito di appartenenza se le regole dettate dal "Board of Election" di quel distretto elettorale permettono tale pratica. Ciò significa che il candidato/a è stato/a prescelto/a d'autorità dai dirigenti del partito. Una pratica certo invisa alla maggioranza degli elettori. Le scadenze per la presentazione del "filing" variano, ma sono di solito un paio di mesi prima della data delle elezioni primarie. Certi stati impongono tasse d'iscrizione, ma tu non sei obbligato a pagarle se non te lo puoi permettere - obbligarti sarebbe anticostituzionale. Queste, grosso modo, sono le pratiche amministrative per iniziare una campagna in USA. Per ora a Voi tutti le debite deduzioni. Per stasera di chiacchiere ne ho fatte abbastanza. Poi quando “qualcuno” rilancerà questa improponibile ed impercorribile strada, entreremo nel "thick of organizing" e dell'assemblaggio degli assistenti di “campo”. Per ora non voglio ulteriormente annoiarvi "IT'S THE POLITICAL SYSTEM, STUPID!" : Grazie ancora per l’attenzione.


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